Dalla tassellatura del piano alla pavimentazione di spazi urbani: conclusioni
Siamo molto simili ai nostri antenati. Condividiamo con loro il piacere della decorazione con motivi geometrici. Il motivo decorativo in architettonica è utile quanto bello, come afferma Christopher Alexander, teorico dell’architettura: “il principale scopo della decorazione nell’ambiente – in edifici, stanze e spazi pubblici- è di descrivere il mondo nel sua interezza connettendone le parti”[18]; “quando [l’ornamento] è ben impiegato viene sempre utilizzato in luoghi dove vi è un autentica mancanza, la necessità di un po’ più di struttura”. [19] Le pavimentazioni di cui abbiamo parlato in queste pagine adempiono in modo mirabile proprio a questo scopo: creare un tessuto connettivo per i rispettivi mondi. I Cosmati connettono gli spazi gerarchici della basilica cristiana; Carlo Scarpa collegaidealmente l’interno di un museo veneziano con i riflessi delle acque del canale che gli scorre accanto; Tess Jaray connette su vastissima scala spazi urbani che, senza motivo, apparirebbero sterili e inospitali come molti spazi creati nel Novecento sanno essere.
Siamo anche molto diversi dai nostri antenati, perché la nostra capacità di riconoscere e progettare configurazioni geometriche si è molto evoluta nei secoli. Ciò che ora definiamo come struttura ordinata (i frattali ad esempio) in passato non sarebbe mai stato riconosciuto come tale. Come scrive John Barrow, “solo con l’avvento degli studi sulla complessità, per mezzo delle nuove tecnologie, l’occhio della scienza si è rivolto al problema di spiegare la diversità, l’asimmetria e l’irregolarità” indicando la via – aggiungiamo noi – verso lo sviluppo di concetti di ordine e motivo sempre più sofisticati.
Bibliografia
[1] See D.W. Crowe and D.K. Washburn, Symmetries of Culture: Theory and Practice of Plane Pattern Analysis (Seattle, WA: University of Washington Press, 1988).
[2] R. Arnheim, New Essays on the Psychology of Art(Berkeley: University of California Press, 1986) p. 253.
[3] E.H. Gombrich, The Sense of Order: A study in the psychology of decorative art (Ithica NY: Cornell University Press, 1984) p. xii.
[4] J.D. Barrow, The Artful Universe (Oxford: Clarendon Press, 1995) p. 104.
[5] Barrow [4]p. 28.
[6] See M. Senechal, Quasicrystals and Geometry (Cambridge: Cambridge University Press, 1995).
[7] M.C. Escher,Escher on Escher: Exploring the Infinite (New York: Harry N. Abrams, 1989) p. 21.
[8] L.B. Alberti, The Ten Books of Architecture. 1755(reprint, New York: Dover Publications, 1986) p. 150.
[9] For more on the Cosmatesque pavements, see K. Williams, Italian Pavements. Patterns in Space (Houston: Anchorage Press, 1997) and K. Williams, Kim. 1997-II. The Pavements of the Cosmati.Pp. 41-45 in The Mathematical Intelligencer19 (Winter 1997): 1, 41-45.
[10] See D. Glass,Studies on Cosmatesque Pavements,British Archaeological Reports International Series, Vol. 82 (Oxford: British Archaeological Reports, 1980).
[11] For Carlo Scarpa’s designs for the Querini-Stampalia, see F. Dal Co and G.Mazzariol, Carlo Scarpa 1906-1978 (Milan: Electa, 1984); S. Los and K. Frahm., Carlo Scarpa (Cologne: Benedikt Taschen Verlag, 1994); M. Mazza, Marta (ed.), Carlo Scarpa alla Querini Stampalia. Disegni Inediti (Venice: Il Cardo, 1996)..
[12] Gombrich [3] p. 121.
[13] B. Grünbaum and G.C. Shephard, Tilings and Patterns (New York: Freeman, 1987) section 10.1.See also D. Schattschneider, “The Fascination of Tiling”, in M. Emmer (ed.), The Visual Mind (Cambridge MA: MIT Press, 1993) pp. 157-164.
[14] Gombrich [3] p. 9.
[15] K. Williams, “Environmental Patterns: Paving Designs by Tess Jaray”, in Nexus Network Journal2 (2000): 87-92, pp. 88-89.
[16] T. Jaray, personal correspondence.
[17] T. Jaray, “The Expressive Power of Brickwork”, in Architects Journal6 (November 1997) pp. 6-7.
[18] C. Alexander, 1977. A Pattern Language (New York: Oxford University Press, 1977) p. 1149.
[19] Alexander [18] p. 1151.
[20] Barrow [4], p. 245.