La nascita del simbolo ∞
Come mai si usa il simbolo ∞ per indicare infinito? Quello che è noto è che il primo matematico a usare questa simbologia per indicare il concetto di infinito è stato l'inglese John Wallis (1616-1703), eminente matematico e personalità poliedrica, i cui studi occuparono argomenti quali calcolo infinitesimale, geometria e logica. Della sua vastissima opera ricordiamo un'edizione completa, da lui curata, dei propri scritti, nella quale inserì due lettere inviategli qualche tempo prima da Isaac Newton sul calcolo delle flussioni che rappresentano la prima pubblicazione newtoniana su questo argomento e il De sectionibus conicis del 1655 all'interno del quale compare il simbolo ∞, che, pur venendo da subito accettato, venne utilizzato sistematicamente solo a partire dal 1800.
Tale simbolo viene anche chiamato lemniscata dal nome della curva algebrica descritta dal matematico Jacob Bernoulli nel 1694.
De sectionibus conicis (1655)
Ma perché Wallis ha usato proprio questo simbolo? Da dove arriva? Sembra che questo sia stato scelto da Wallis sulla base del simbolo CIƆ stesso usato nel tardo impero romano per indicare il valore 1000 (oltre alla lettera M che risulta una deformazione di tale notazione), numero associato anche a una grande quantità. Tuttavia, secondo lo storico della matematica Georges Ifrah, sia la M, sia CIƆ che il simbolo di infinito derivano da successive deformazioni della lettera greca phi (φ).
In particolare nel Seicento alcune iscrizioni riportano al posto della M il simbolo ∞, tale scelta era spesso dovuta all'esigenza di avere un simbolo pronto in tipografia e quindi riproducibile sulle copie stampate.
Prova ne è la seguente immagine scovata da Fabrizio Cacciafesta, docente di Matematica presso l'Università di Roma "Tor Vergata", a Viterbo in un'iscrizione che riporta la data ∞DLXXXVIII (1588).
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