La scienza in trincea
Il 24 maggio 1915 l'Italia dichiarava guerra all'Austria, schierandosi così al fianco delle potenze dell'Intesa (Francia, Inghilterra, Russia) nella prima guerra mondiale. Per ricordare il centesimo anniversario di questa data, che tanto ha cambiato il corso della storia, molte sono state le conferenze, le celebrazioni e i volumi editi.
Fra quest'ultimi ho il piacere di segnalare il libro "La scienza in trincea" (Raffaello Cortina editore, Milano, 2015) di Angelo Guerraggio, storico della Matematica e divulgatore scientifico, che tratta gli anni tra il 1914 e il 1918 dal punto di vista dei matematici, dei fisici e dei chimici italiani ricostruendo il dibattito interno al mondo scientifico sulla partecipazione alla guerra (interventismo o neutralismo) e i progressi tecnologici da loro apportati all'ars bellica.
Il libro si apre con due capitoli che ripercorrono l'evoluzione dei rapporti tra scienza e mondo militare fino al XX secolo (le macchine da guerra di Archimede, il cifrario di Cesare, la balistica di Tartaglia e Galileo, Napoleone e l'École Polytechnique, gli studi sull'aviazione dei fratelli Wright) per poi presentare il contesto politico, scientifico e militare italiano alla vigilia della guerra. Con il terzo capitolo si entra nel vivo della narrazione con il racconto delle posizioni dei principali intellettuali a proposito della guerra e la fine dell'internazionalismo scientifico. Emblematico è il caso della cacciata del matematico tedesco Max Abraham dal Politecnico di Milano in seguito a una vera e propria insurrezione capeggiata dagli studenti.
La parte centrale del libro analizza il contributo fornito dagli uomini di scienza italiani al dibattito su interventismo o neutralismo, le innovazioni tecnologiche che caratterizzano il primo conflitto mondiale e la loro presenza diretta nelle operazioni di guerra, con particolare riferimento alle comunità dei matematici, chimici e fisici. La prima guerra mondiale rappresenta l'avvio di quei rapporti stretti tra mondo scientifico e militare che caratterizzeranno la seconda guerra mondiale fino agli odierni conflitti.
Le sezioni finali del libro sono invece dedicate alla scienza che esce dal conflitto e alla sua riorganizzazione che culminerà, nel caso italiano, con la nascita nel 1923 del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) per opera del matematico Vito Volterra. In queste pagine, però, si ripercorre anche la vicenda degli scienziati pacifisti (Levi-Civita, Russel, Einstein) e la nascita di quel movimento di uomini di scienza impegnati a contrastare il ricorso alle armi e che propongono con forza l'idea che il confronto e la discussione tra popoli e i loro rappresentanti sia, come nella scienza, l'unica via per superare conflitti e divergenze.