Un cavallo che guida una macchina!

L'estate dello scorso anno, mentre ero assopito sulla mia terrazza prospiciente il mare siciliano, ho avuto un  momento di lucida follia ed ho pensato: voglio scrivere un libro!! Ma non un trattato di Matematica o un survey sulle mie ricerche di Algebra commutativa e Geometria algebrica, bensì un vero e proprio romanzo. Ma come era immaginabile una cosa simile, visto che nella mia vita l'ultima volta che avevo scritto qualcosa di non matematico era stato il tema d'italiano...agli esami di maturità?

 In effetti, a posteriori, mi è stato semplice capire quali sono state le segrete molle che nel mio cervello hanno fatto scattare questa idea “balzana”. Sono sempre stato innamorato della bellezza e della purezza del ragionamento matematico. Mi è sempre piaciuto cercare di far cogliere ai miei interlocutori gli aspetti dilettevoli ed affascinanti della Matematica, piuttosto che il freddo rigore della stessa. Ho sempre pensato che i matematici si dovrebbero anche preoccupare di rendere la Matematica un argomento culturale di cui potere apprezzare la profonda bellezza e l'elegante armonia così come accade per la pittura, la scultura, la poesia o, se si vuole, per l'arte più in generale. E' quindi certo che in qualche angolo recondito della mia mente doveva esserci questo desiderio di scrivere qualcosa che riuscisse a coniugare il divertimento e lo svago con la divulgazione della Matematica.

 Un'altra scintilla sicuramente deve essere stata quella sfrenata voglia di gridare a tutti l’appassionato amore di nonno per il mio piccolo brillante nipotino. Questa molla deve essere scattata il giorno in cui ho incontrato il suo sguardo vispo e furbo  e deve essersi ulteriormente caricata quando, da piccolissimo, ha iniziato a mostrare un senso dello humour ed una prontezza di ragionamento, una proprietà di linguaggio, una lucidità di ragionamento veramente sorprendenti perché difficilmente riscontrabile in un bimbo di pochi mesi.  Insomma, sono certo che è stato proprio quel piccolo marmocchio, quegli occhi “pizzuti”, quella lingua sciolta e divertente che mi hanno fatto pensare al racconto “Un cavallo che guida una macchina!” Il titolo del racconto nasce appunto da una delle prime battute che il mio nipotino improvvisò quando ancora non aveva compiuto due anni.

 Infine, vorrei esporre il vero, profondo, motivo che mi ha spinto a scrivere questo racconto. Il tutto nasce purtroppo dal dramma familiare che abbiamo vissuto alcuni anni fa, allorquando mia figlia ci diede la prima nipotina. Una splendida creatura con le fattezze di una bambola. Ai suoi  dieci mesi il nostro cuore si spezzò allorquando la diagnosi tremenda di una malattia genetica rarissima, la Tay-Sachs, la inchiodò  e ci inchiodò ad un destino implacabile. In quel periodo in Italia erano presenti solo altri quattro casi di bimbi con la Tay-Sachs. Furono anni di atroci ed inesorabili sofferenze. Dopo quattro anni e mezzo,  quell'angioletto, così com'era venuto, ci lasciò attoniti. Giulio nacque quando la piccolina stava per lasciarci. Mia figlia, dopo la perdita della bambina ha avuto la forza ed il coraggio di fondare ed organizzare una associazione onlus, BA.CO.DI.RA.ME., che si prefigge lo scopo di sollecitare e finanziare la ricerca verso tutte le malattie metaboliche rare, quali la Tay-Sachs ed altre circa seicento malattie genetiche di tipo analogo (tra le oltre 6000 malattie genetiche rare) e quello di aiutare tutte le famiglie che hanno la sventura di dover combattere con tali malattie genetiche infantili. Lo scopo principale di questo racconto è quindi quello di trovare fondi per questa lodevole associazione. Infatti, tutti i proventi di questo libro, sino all'ultimo centesimo, saranno devoluti all'associazione BA.CO.DI.RA.ME.. Così, coloro che  acquisteranno questo libro, qualunque sia il motivo (per il racconto, per la Matematica, per lo svago o per l'associazione) avranno dato un contributo alla ricerca e avranno alleviato il dolore di molte famiglie.

 

 Per dare un’idea più precisa del libro “Un cavallo che guida una macchina!” (Alfio Ragusa, Aracne), del suo stile e del suo contenuto riportiamo la presentazione fattane dal giornalista e scrittore Pietro Isgrò nell’incontro che si è tenuto presso l’Aula Magna del Convitto “Mario Cutelli” di Catania.