Una nuova fine sul caso Majorana
Era già apparsa la notizia nel 2011 della riapertura da parte della Procura di Roma del "caso Majorana", ovvero la sparizione del geniale fisico siciliano Ettore Majorana, le cui tracce sparirono misteriosamente il 27 marzo 1938.
Nato a Catania il 5 agosto 1906, penultimo di cinque fratelli, da una famiglia di politici e scienziati - suo padre Fabio si era laureato in Ingegneria a soli 19 anni - fin da giovanissimo Ettore rivelò straordinarie doti in Matematica e Fisica. Dopo il liceo classico si iscrisse a Ingegneria e poi a Fisica, dove si laureò nel 1929 con il massimo dei voti sotto la supervisione di Enrico Fermi. Sempre guidato dal maestro Fermi, entrò a far parte del gruppo dei "ragazzi di via Panisperna".
Una personalità geniale ma spigolosa e solitaria; la sera del 25 marzo 1938 Majorana partì da Napoli, dove era docente di Fisica teorica, con un piroscafo diretto a Palermo, dove si fermò un paio di giorni per prendersi un breve periodo di riposo. Da allora le sue tracce si persero e del caso della sparizione si interessò persino Mussolini e fu promessa una ricompensa di 30mila lire per chi avesse notizie a riguardo. Per anni le ricerche sono state vane e furono ipotizzate diverse teorie: dal suicidio al ritiro volontario, in seguito a una crisi mistica, nella Certosa di Serra San Bruno in Calabria. A tale riguardo celebre è il libro di Leonardo Sciascia "Il caso Majorana".
Oggi la procura di Roma, archiviando il "caso", ha accertato che Majorana era vivo nel periodo tra il 1955 e il 1959 e si trovava, volontariamente, nella città venezuelana di Valencia. Secondo gli investigatori lo scienziato, probabilmente spaventato dalle conseguenze distruttive delle sue scoperte sulle reazioni nucleari, decise di sparire senza lasciare tracce e non essere più rintracciato. Il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani - nella sua richiesta di archiviazione - ha confermato quanto ipotizzato già alcuni anni fa: ossia che in una foto scattata in Venezuela nel '55, analizzata anche dal RIS, Majorana, conosciuto con il cognome Bini, appare con un emigrato italiano, il meccanico Francesco Fasani. I tratti somatici dell'uomo della foto risulterebbero compatibili con quelli del genio catanese, come si legge nella richiesta di archiviazione della procura romana: "I risultati della comparazione hanno portato alla perfetta sovrapponibilità dei particolari anatomici di Majorana".
Nonostante la chiusura legale della questione, molti rimangono scettici sull'epilogo annunciato dalla magistratura. Forse il commento migliore è arrivato da Carlo Bernardini, fisico delle particelle e divulgatore scientifico (il Grande Saggio della Fisica italiana), che, raggiunto al telefono, alla mia domanda sulla vicenda ha esordito: "Le bufale non finiscono mai!". Ha aggiunto che non crede alle conclusioni apparse nelle ultime ore, ma soprattutto ritiene che "sia ora di finirla con questi colpi della stampa e non accanirsi, per rispetto nei confronti di Majorana, con questa storia una volta per tutte".