La scomparsa di Lucio Russo

Lucio Russo
16/07/2025

Lucio Russo è scomparso pochi giorni fa, il 12 luglio, a 80 anni, all’ospedale Sant’Orsola di Bologna dove era attualmente ricoverato (negli ultimi anni si divideva tra Bologna e Roma). Con lui tramonta uno dei più significativi punti di riferimento per gli studi della storia delle scienze, in particolare quella antica e della civiltà greca. Con la sua scomparsa, la cultura italiana perde una delle sue voci più originali.

Laureatosi in Fisica a Napoli, Lucio Russo è stato docente di Probabilità a Roma Tor Vergata. In campo storico si era presto affermato per le sue indagini accurate, condotte su fonti di prima mano, sulla civiltà e la scienza greca, con specifico riferimento a quel periodo ellenistico che tradizionalmente si fa andare dalla morte di Alessandro Magno nel 323 a.C. alla conquista romana del regno d’Egitto (ultimo regno ellenistico) nel 31 a.C. Le sue ricerche storiche, nelle quali la matematica occupava ampi spazi, avevano comunque subito superato i confini dell’erudizione per immettere la conoscenza dei testi in una tesi storiografica di ampio respiro. Soprattutto La rivoluzione dimenticata, pubblicato nel 1996, finalista al Premio Viareggio nella sezione di saggistica e poi tradotto in diverse lingue, aveva suscitato grande interesse e vivaci discussioni: per Lucio Russo, la scienza ellenistica (con giganti quali Archimede, Eratostene e Aristarco) si era mossa in una dimensione tutt’altro che pre-scientifica e aveva invece per molti aspetti anticipato la scienza moderna; era stato uno dei momenti più alti del pensiero umano su cui era poi calato un colpevole silenzio prima per la conquista della Grecia da parte dei Romani nel 145 a.C. e la scarsa sensibilità dei conquistatori per le ricerche scientifiche e poi per l’analoga insensibilità degli intellettuali rinascimentali che si erano intestati le scoperte dei greci.

Molti di noi avevano rivisto con molto piacere Lucio Russo a Pesaro al “Convegno d’autunno” del 2024 e in quella occasione l’avevano seguito con grande partecipazione nell’incontro che aveva avuto con i docenti della scuola primaria e secondaria di I grado interessati pure al libro La grande storia della scienza antica (2019) che aveva scritto per i ragazzi. Anche in “versione divulgativa” avevano apprezzato l’intellettuale, la figura di studioso rigoroso e riservato ma non distaccato e che presto, anche con la sua ironia, si apriva alla conversazione e mostrava tutta la sua passione scientifica. Molti di noi lo conoscevano, da molto tempo, attraverso i suoi libri. Ricordiamo almeno, oltre alla già citata La rivoluzione dimenticataSegmenti e bastoncini del 1998 (molto critico nei confronti della dinamica del sistema scolastico italiano, orientato verso una progressiva deconcettualizzazione e un appiattimento dei contenuti su livelli minimi), Ingegni minuti. Una storia della scienza italiana del 2010 (con E. Santoni) e Archimede un grande scienziato antico del 2019.