Si guardi intorno e legga la realtà con occhi matematici


 

 

Rosa Carini ricorda…

 

A proposito dell'impegno di Bruno de Finetti nella didattica della Matematica, Rosa Carini lo ha incontrato nel 1968 in occasione della programmazione di lezioni per la Televisione Scolastica (che la RAI trasmetteva al mattino, ad uso delle scuole medie).

Rosa è stata mia insegnante di Matematica nel triennio al Liceo scientifico di Urbino e siamo coautori del recente libro Sulle orme del caos (Bruno Mondadori, 2004). Ogni tanto vado a trovarla, nella sua casa situata nelle colline intorno Urbino. Recentemente, mentre le raccontavo che alla redazione di Lettera Matematica si era parlato del centenario della nascita di Bruno de Finetti, mi ha confidato “ ma io l'ho incontrato, gli ho parlato diverse volte e mi ha dato ogni volta preziosi consigli” . Allora, ho colto l'occasione per interrogarla un po', invertendo per un attimo i ruoli (dato che lei tante volte mi ha interrogato durante gli anni del Liceo…)

 

In che periodo hai incontrato Bruno de Finetti?

Era il 1968. In quel periodo, insegnavo alla Scuola media unificata di Urbino, utilizzando idee innovative (per quel tempo) basate su concetti della teoria degli insiemi. Mi piaceva sperimentare con gli alunni e talvolta pubblicavo queste esperienze su riviste di didattica. Fu così che il prof. Ruggero Roghi (che conoscevo allora come direttore della rivista Le scienze e il loro insegnamento della Le Monnier) mi telefonò proponendomi di svolgere lezioni da trasmettere in televisione, nell'ambito dell'iniziativa denominata Televisione Scolastica . Si trattava di lezioni per la scuola media, su tutte le materie di insegnamento. A me si chiedeva la preparazione di alcune lezioni sulla (cosiddetta) insiemistica . Ebbene, a quel progetto televisivo collaborava anche il professor de Finetti. Fu così che lo incontrai in uno degli studi televisivi. Al mio saluto, mi guardò e dopo un attimo di esitazione mi disse “se la sente di fare due chiacchiere con un vecchio professore?”

 

Quale fu la prima impressione sul personaggio?

 

Un forte senso di soggezione. Mi sentivo inesperta e un po' smarrita, di fronte a un personaggio così noto e autorevole. Ero molto emozionata. Comunque, il suo aspetto era tutt'altro che quello di un “vecchio professore”. Parlava in modo vivace e il suo viso si animava. Mi colpì la sua semplicità, la modestia e l'assenza di sussiego. Mi trattava da pari a pari, come se fossimo colleghi.Di poche parole ma, sotto quel poco che diceva, anche nelle più piccole osservazioni, si percepiva immediatamente quanto fossero profonde e importanti, tanto che – per non dimenticare – appuntavo su un taccuino i suoi preziosi consigli.

Ho riguardato quegli appunti molte volte e mi sono stati sempre utili. Una delle prime cose che mi ha detto è stata: “non faccia solo lezioni sugli insiemi. Consideri anche altri argomenti nuovi e interessanti per la scuola media: Topologia, trasformazioni geometriche, Probabilità, Statistica…” . Mi suggerì anche che, per cercare spunti interessanti e piacevoli per le lezioni, dovevo “guardarmi intorno e leggere la realtà con occhi matematici”. Poi aggiunse “mi raccomando, faccia sempre lezioni stimolanti!”.

 

Hai seguito il suo consiglio?

Lì per lì, rimasi un po' spaventata. Si trattava di argomenti a me poco noti e di fronte a lui mi sentivo veramente ignorante. Forse si accorse della mia perplessità e mi chiese “Ma lei in cosa è laureata? In Matematica pura o applicata? Comunque un corso sulla probabilità l'avrà pur seguito” . Gli risposi che ero laureata in Fisica, a Pavia e che esami sulla probabilità non ne avevo sostenuti. Allora mi consigliò un suo libro che conservo ancora, La matematica per le applicazioni economiche , con il quale arrivai alla comprensione della teoria della probabilità. Nei giorni successivi, mi seguì nella progettazione di tre lezioni di iniziazione alla Topologia, suggerendomi gli spunti essenziali che poi avrei dovuto organizzare e sviluppare.

Ritrovai poi il “maestro” de Finetti nel prezioso volumetto Il saper vedere in matematica . Per i giovani insegnanti è sempre una lettura fondamentale. Mi auguro sia tutt'ora reperibile.

 

E de Finetti apprezzò le tue lezioni?

Temevo molto il suo giudizio e, quando fu mandata in onda la prima lezione, subito gli scrissi per sapere cosa ne pensasse. Mi rispose che purtroppo non aveva potuto seguire la trasmissione perché era ricoverato in ospedale. E poiché doveva rimanerci per un po', probabilmente avrebbe perso anche le successive. Mi consigliò di trasformare quelle lezioni in articoli per riviste didattiche. E così feci, per Orientamenti Scientifici della Giunti, alla quale pure de Finetti collaborava.

 

Hai avuto occasione di vedere delle lezioni realizzate da de Finetti nell'ambito della stessa iniziativa?

Non direttamente. Però ho conservato dei fascicoli pubblicati dalla RAI , in cui sono riportati gli schemi delle lezioni proposte. In uno di questi compare una lezione dal titolo Le gare matematiche (prevista per il 19 febbraio 1968 alle ore 11.30).