30 interviste impossibili ai fisici del passato

Year: 2019
In ambito letterario o artistico è normale interessarsi alla vita di un poeta o un artista, è considerato ovvio per comprendere le sue opere conoscere le sue idee politiche o religiose e le sue vicende personali. Non così nella scienza, anche dei grandi scienziati, in genere solo i cultori di storia della scienza sanno qualcosa oltre gli aspetti tecnici. Ci sono eccezioni, ad esempio per Einstein o Hawking, ma sono proprio poche.

F. Bagnoli e G. Pacini

30 interviste impossibili ai fisici del passato

Apice Libri, Firenze, 2018

pp. 230; euro 12,00

 

In ambito letterario o artistico è normale interessarsi alla vita di un poeta o un artista, è considerato ovvio per comprendere le sue opere conoscere le sue idee politiche o religiose e le sue vicende personali. Non così nella scienza, anche dei grandi scienziati, in genere solo i cultori di storia della scienza sanno qualcosa oltre gli aspetti tecnici. Ci sono eccezioni, ad esempio per Einstein o Hawking, ma sono proprio poche.

È dato per scontato che un grande fisico da piccolo sia stato bravo a scuola, poi abbia lavorato molto (a volte incompreso) ad alla fine ottenuto il grande risultato, dei suoi amori, le sue idee politiche e religiose in genere non ci si interessa. Ma gli scienziati non sono tutti uguali, ce ne sono di tutti i tipi anche molto diversi dallo stereotipo del secchione senza particolari interessi fuori dalla sua disciplina.

Qualche esempio. Newton, solitamente catalogato come un campione della razionalità scientifica, è stato per anni il direttore della zecca reale e anche un mezzo maniaco dedito all'alchimia e a fantasiose considerazioni esoteriche. Boltzmann mentre costruiva la meccanica statistica era impegnato in una durissima lotta filosofica contro Mach sull'esistenza degli atomi, nonostante la sua depressione ricorrente faceva viaggi da Vienna alla California su cui ha scritto un esilarante diario quasi tutto incentrato sul cibo americano così terribile che un'oca viennese non l'avrebbe mangiato e sul dilagante puritanesimo con la sua fobia dell'alcol. Landau oltre a essere il genio della fisica teorica che tutti sanno, era un fervente sostenitore dell'amore libero e del comunismo, ma non era molto allineato: sosteneva che Stalin avesse tradito la rivoluzione, passò un anno in carcere salvato dal un provvidenziale intervento di un altro grande fisico (Kapitza). Famose le sue caustiche battute, una per tutte, rivolta al direttore del suo dipartimento (un fisico sperimentale): la fisica teorica è difficile, non tutti la possono capire. Pauli oltre a occuparsi di meccanica quantistica è stato, per un lungo periodo, un alcolista e per anni trattenne un carteggio con il famoso psicanalista Jung con cui ha scrisse un libro su argomenti che ben pochi si aspetterebbero di vedere tra gli interessi di un fisico teorico: le immagini archetipiche sulle teorie scientifiche di Keplero.

Il libro di Bagnoli e Pacini è un riuscito esperimento che attraverso trenta interviste impossibili a superstar scientifiche (da Archimede a Kolmogorov, da Galileo a Einstein) più un intruso (Napoleone), riesce a coniugare la divulgazione con la narrazione di fatti poco noti al grande pubblico, ma decisamente interessanti che vanno oltre la mera curiosità.

Il lettore troverà una presentazione semplice, ma non semplicistica, di vari aspetti della fisica, ed avrà modo, dalle parole dei diretti protagonisti delle interviste (immaginarie ma del tutto credibili) di immergersi nell'ambiente culturale in cui hanno operato i grandi scienziati e anche di conoscere i lori interessi personali, le loro manie e i loro sogni non scientifici.