Al servizio del Reich

Year: 2015
Durante il nazismo alcuni fisici cercarono di dar vita a una fisica ariana che escludesse ogni "idea giudaica", molti altri fecero compromessi e concessioni pur di continuare a lavorare. Tra questi vi furono tre fisici di levatura mondiale: Max Planck, pionere della teoria dei Quanti, universalmente stimato per la condotta morale che seppe mantenere durante il regime; Peter Debye, fisico olandese che arrivò a dirigere il più importante istituto di ricerca del Reich prima di andarsene negli Stati Uniti nel 1940; Werner Heisenberg, lo scopritore del principio di indeterminazione, che ebbe un ruolo di primo piano nella corsa tedesca alla bomba atomica.

P. Ball

Al servizio del Reich

Einaidi, Torino, 2015

pp. XII-292; euro 32,00

 

Durante il nazismo alcuni fisici cercarono di dar vita a una fisica ariana che escludesse ogni "idea giudaica", molti altri fecero compromessi e concessioni pur di continuare a lavorare. Tra questi vi furono tre fisici di levatura mondiale: Max Planck, pionere della teoria dei Quanti, universalmente stimato per la condotta morale che seppe mantenere durante il regime; Peter Debye, fisico olandese che arrivò a dirigere il più importante istituto di ricerca del Reich prima di andarsene negli Stati Uniti nel 1940; Werner Heisenberg, lo scopritore del principio di indeterminazione, che ebbe un ruolo di primo piano nella corsa tedesca alla bomba atomica.

Alla fine della guerra molti scienziati tedeschi rivendicarono la propria apoliticità e la propria opposizione al regime: Debye affermò di essere andato in America per fuggire dalle interferenze naziste alle sue ricerche; Heisenberg sostenne, insieme ad altri, di aver deliberatamente rallentato la fabbricazione della bomba atomica. Muovendosi tra storia, biografia e storia della Fisica, l'autore inquadra le difficili e ambigue scelte morali di tre vite intrappolate tra gli ideali della scienza e un'ideologia tirannica; illuminando di nuova luce i vari modi in cui la maggioranza degli scienziati, tra complicità e resistenza, fece i conti con il regime nazista.

"È proprio perché Peter Debye, Max Planck e Werner Heisenberg non furono né eroi né malfattori che le loro storie sono istruttive, sia sullo stato delle cose nel Terzo Reich che più in generale sul rapporto tra scienza e politica. Nelle situazioni e decisioni ben diverse di Debye, Planck e Heisenberg possiamo trovare un contesto in cui affrontare la questione. Le vite di questi tre uomini si incrociarono e interagirono in molti modi. Debye e Heisenberg ebbero lo stesso mentore e lavorarono a fianco a Lipsia all'inizio degli anni Trenta. Planck li incoraggiò entrambi, e loro lo videro come una figura paterna e un faro morale. Debye insistette, contro la volontà dei nazisti, perché si intitolasse a Planck l'istituto di fisica che presiedeva a Berlino. Quando Debye partì per gli Stati Uniti dopo lo scoppio della guerra, gli sarebbe succeduto Heisenberg. Questi uomini ebbero personalità molto diverse. È chiaro che nessuno di loro fu entusiasta del regime hitleriano, eppure furono in posizioni di preminenza nella scienza tedesca – come organizzatori, come studiosi e come ispiratori – e ognuno svolse un ruolo importante nell'impostare il tono della reazione della comunità fisica al nazismo. Tutti e tre servirono il Reich tedesco, sia prima che durante il nazismo, e anche se non è la stessa cosa che servire Hitler, e tanto meno accettarne l'ideologia, nessuno di loro sembra aver vagliato con cura se e quale fosse la differenza".