Enrico Fermi. L'ultimo uomo che sapeva tutto
D. N. Schwartz
Enrico Fermi. L'ultimo uomo che sapeva tutto
Solferino, Milano, 2018
pp. 579; euro 24,00
Tra i protagonisti della fisica del Novecento, Enrico Fermi occupa una posizione di primissimo piano. Eppure il più grande genio italiano dai tempi di Galileo non è sicuramente un'icona mondiale nonostante la sua precocità, una carriera accademica folgorante e una serie di scoperte che hanno rivoluzionato la fisica.
Perché? David Schwartz cerca una risposta tra le pieghe della vita del fisico romano ricostruendo – anche grazie a fonti inedite, ai ricordi della moglie, ai racconti di Emilio Segré e alle parole di chi lo ha conosciuto e frequentato – una dettagliatissima biografia che inevitabilmente si intreccia con la sua carriera scientifica. Senza mai cedere alla tentazione di santificare Fermi né di abbandonarsi a critiche eccessive, Schwartz delinea un personaggio complesso che riflette le difficoltà del XX secolo. Il banco di prova delle due guerre mondiali, l'ascesa e il crollo del fascismo, l'esperienza americana e il progetto Manhattan non gli impedirono di concentrarsi sull'unica cosa che lo appassionava veramente: la Fisica.
Questa sarebbe stata la sua "colpa", non essersi mai interessato alle implicazioni filosofiche e cosmologiche delle sue scoperte, proprio lui, "l'ultimo uomo che sapeva tutto".
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