Il libro dei numeri

Year: 2019
Il paragone con mostri sacri come Thomas Pynchon e David Foster Wallace è precoce ma sicuramente sentiremo a lungo parlare di Joshua Cohen e del suo Libro dei numeri. Un'opera complessa, ridondante (sono oltre 700 pagine), che contiene testi, materiali e storie differenti che si sviluppano in parallelo, in modo spesso disorientante.

J. Cohen

Il libro dei numeri

Codice edizioni, Milano, 2019

pp. 745; euro 25,00

 

Il paragone con mostri sacri come Thomas Pynchon e David Foster Wallace è precoce ma sicuramente sentiremo a lungo parlare di Joshua Cohen e del suo Libro dei numeri. Un'opera complessa, ridondante (sono oltre 700 pagine), che contiene testi, materiali e storie differenti che si sviluppano in parallelo, in modo spesso disorientante. Più che la linearità tradizionale dell'esperienza di lettura, il procedere tra le pagine ricorda il passaggio da un link all'altro. L'autore è geniale nel farci vivere internet mentre lo racconta. Il titolo allude esplicitamente al biblico Libro dei Numeri, nel quale gli Ebrei vagarono per quarant'anni dopo l'esodo dall'Egitto prima di diventare un popolo.

Nella versione di Cohen i quarant'anni sono quelli tra il 1971 (l'invenzione del microprocessore) e il 2011 (l'avvento di WikiLeaks): durante questo periodo anche noi siamo stati trasformati in un popolo, lasciando indietro la cultura del libro e proiettandoci verso la Terra promessa di Internet. Proprio questo è il cuore del romanzo: il passaggio da una cultura dell'alfabetizzazione a una cultura matematica e l'analisi dell'identità individuale letta attraverso lo specchio deformante della rivoluzione digitale.