La congettura dell'anima
G. Calia
La congettura dell'anima
Altrimedia Edizioni, Matera, 2020
pp. 133; euro 18,00
Se esiste un personaggio contemporaneo la cui storia si presta perfettamente a un adattamento romanzesco, questo è sicuramente Grigorij "Grisha" Perel'man, il matematico russo balzato agli onori della cronaca per aver risolto, dopo quasi un secolo di tentativi, la congettura di Poincaré (la congettura dell'anima) e aver poi rifiutato la Medaglia Fields e il milione di dollari messo in palio dal Clay Mathematics Institute. Le umili origini, l'infanzia a Leningrado in un contesto povero ma culturalmente forte (il padre ingegnere e la madre insegnante di matematica), le precoci e straordinarie capacità matematiche, un’onesta carriera accademica senza successi clamorosi: tutto viene stravolto dalla pubblicazione del primo di una serie di saggi nei quali Perel'man dimostra l'inafferrabile congettura di geometrizzazione di Thurston e, conseguentemente, la congettura di Poincaré.
Da quel momento tutta la sua vita potrebbe cambiare, ma Perel'man rifiuta fama e onori e sparisce. Su questa vicenda Giovanni Calia compie un'operazione forse da un punto di vista filologico discutibile, trasformando la congettura dell'anima in proprie congetture sull'anima di Perel'man. Lo fa leggendo il percorso del matematico russo alla luce di sentimenti e personaggi inventati e sullo sfondo degli eventi storici, spostando così l'attenzione sull'interiorità di Grisha. Ne nasce un romanzo di fantasia e coinvolgente, ben scritto e di piacevole lettura.
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