La corrispondenza massonica di Luigi Cremona con Giosuè Carducci e Francesco Magni
A. Brigaglia, S. Di Sieno (a cura di)
La corrispondenza massonica di Luigi Cremona con Giosuè Carducci e Francesco Magni
Mimesis, Milano, 2017
pp. 264; euro 22,00
Nel corso del fatidico 1860, prima ancora del compimento dell'impresa garibaldina, il governo piemontese e in particolare il ministro Terenzio Mamiani si preoccuparono di rinnovare profondamente l'università di Bologna. Tra i molti giovanissimi professori nominati nel giugno del '60 vi erano Luigi Cremona, matematico, Giosuè Carducci, poeta, e Francesco Magni, medico. Personaggi assai diversi i tre, ma legati da innumerevoli fili. La loro corrispondenza è stata particolarmente intensa fino ai primi anni '70, vale a dire fino a quando condividono la piena adesione alla massoneria e lo sdegno per gli avvenimenti del '66-'67 per la morte dei fratelli Cairoli: "La nostra patria è vile" scrive Carducci, "Per non aver le vertigini, non bisogna pensarci" scrive Cremona. A dividerli saranno poi le valutazioni sulle vicende "dei professori bolognesi" che porteranno alla sospensione dallo stipendio per Carducci. Infine, si ritroveranno, tutti e tre assai famosi nel loro campo, tutti e tre senatori, rettore Magni, poeta ufficiale dell'Italia umbertina Carducci, ministro Cremona.
In questo volume sono pubblicate 104 lettere delle quali 102 sono inedite. Vi si trovano informazioni sulla vita della loggia felsinea e sul suo successivo scioglimento, accanto a commenti sulla situazione politica e in particolare relativi alla già citata vicenda dei problemi derivanti dall'impegno politico democratico di Carducci. Nell'inquadrare la corrispondenza nel quadro politico e sociale coevo, particolare attenzione è stata dedicata a Francesco Magni anche con la riproposizione di alcune commemorazioni poco note apparse subito dopo la sua morte. Per quanto riguarda la biografi a di Cremona, queste lettere contribuiscono, a fianco di quelle di spiccato carattere matematico, a delineare un ritratto a tutto tondo di uno dei protagonisti non solo della storia della matematica italiana, ma anche della storia culturale e politica della seconda metà del XIX secolo.
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