Le tre del mattino
G. Carofiglio
Le tre del mattino
Einaudi, Torino, 2017
pp. 167; euro 16,50
Il nuovo romanzo di Gianrico Carofiglio merita, tra le tante entusiaste recensioni che si trovano in rete (e non solo), di essere menzionato anche in questo sito rivolto a cultori di matematica, così come meriterebbe di esserlo tra gli appassionati di musica jazz. Il romanzo, ispirato a una storia reale, ha come protagonisti un padre cinquantenne e figlio diciottenne, ed è ambientato a Marsiglia. La vicenda, narrata in prima persona dal figlio Antonio, si svolge nell'arco di due giorni, e soprattutto due notti, in cui i protagonisti non dormono mai, letteralmente.
Ad Antonio, figlio di genitori separati, è stata diagnosticata una forma di epilessia, che grazie alla precisa diagnosi e alle cure prescritte dal neurologo Henri Gastaut di Marsiglia (unico nome reale conservato dall'autore), è notevolmente migliorata. Ma per dimostrare in modo definitivo la guarigione, e quindi sospendere le cure, occorre una prova di stress estremo (ora non più consentita dalla medicina ufficiale): Antonio deve restare sveglio per 48 ore senza avere crisi. E queste ore trascorse a Marsiglia insieme al padre gli consentono di stabilire un rapporto alla pari, caratterizzato da una armonia, sintonia ed empatia mai sperimentati prima. I dialoghi fra i due, sia profondi che frivoli, ma mai banali, coinvolgono emotivamente entrambi, fino a stupirli. E anche il lettore viene emotivamente coinvolto, invitato a riflettere sul proprio ruolo di figlio e/o di genitore. Molte pagine vanno lette più volte, meditate, personalizzate.
Ma dove stanno matematica e jazz? Semplicemente nel fatto che il padre di Antonio è un matematico, assistente a 24 anni e poi presto professore ordinario, oltre ad essere musicista in un gruppo jazz in gioventù e poi dilettante pianista e appassionato di musica. Nel corso dei dialoghi il discorso va spesso a cadere sulla matematica, con cenni alla sua storia e aneddoti curiosi, ma soprattutto il suo legame col senso di bellezza. Il capitolo 14 è quasi interamente dedicato alla matematica, con considerazioni molto profonde sia da parte del padre che del figlio. Il capitolo 16 è invece interamente dedicato al jazz, con Antonio che rimane ammirato dall'esibizione improvvisata dal padre in un locale notturno, un episodio che lo fa sentire orgoglioso di un padre che per la prima volta nella sua vita considera ancora giovane.
Un romanzo che, ammesso ce ne fosse bisogno, qualifica Gianrico Carofiglio, ex magistrato ed ex senatore, come uno dei migliori autori italiani, che alterna romanzi, racconti e saggi sempre di notevole spessore e di piacevole lettura.
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