Pianoterra
Erri De Luca
Pianoterra
Nottetempo, Roma, 2008
pp.99; euro 12
Quando nel maggio del '99, Erri De Luca partì per Belgrado, bombardata dalla Nato, per “condividere un po' della sua insonnia”, fece “atto di residenza, non di resistenza”. In un certo senso, tutto questo libro è “un atto di residenza”.
Raccoglie scritti diversi, che raccontano luoghi, avventure, impressioni, unite da un unico punto di vista, quello del “pianoterra”, cioè uno sguardo dal basso e uno sguardo di residente: lo sguardo stanziale del vagabondo che, per il breve periodo in cui si ferma, mette radici, costruisce pareti di cartone o di latta.
Uno sguardo che gli fa vedere gli uomini come alberi che camminano, la politica come un museo delle marionette, il mondo come un vecchio cappotto capovolto…
Il punto di vista resta “pianoterra”, “spunto di marciapiede, sbirciata non panoramica sul mondo”.
Dalle ceneri del primo “Pianoterra” (uscito nel 1995) nasce un nuovo libro, che ha il fascino implacabile di tutti i libri di Erri De Luca.
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