Prof, perché dobbiamo studiare la matematica?
G. Casartelli
Prof, perché dobbiamo studiare la matematica?
Mimesis, Milano, 2020
pp. 87; euro 10,00
Una riflessione educativa che parte dai banchi, dalle aule, dalle ore di lezione ma, soprattutto, dagli alunni e dai professori. I primi spesso svogliati, disinteressati, indolenti. I secondi (non tutti, fortunatamente) frustrati dalla perdita di autorevolezza. E allora, iniziando con un'analisi sulle motivazioni spesso fragili allo studio della matematica, Giovanni Casartelli coglie nell'insegnamento di questa materia un caso emblematico di criticità, che diviene simbolo di una crisi educativa che investe il mondo intero della scuola.
Ogni docente reagisce a questa situazione nel modo che ritiene più funzionale, in base al proprio sistema di valori, ma "il vuoto che abita le prediche degli insegnanti non può essere colmato con altre parole. Non servirà mischiarle e rimischiarle, in quanto parole mute non si sentiranno. E come chi scopre improvvisamente di aver perso la voce e si dispera sforzandosi invano di urlare per farsi sentire, gli insegnanti afoni sbraitano impazziti senza emettere alcun suono. Il panico educativo percorre i corridoi delle scuole". A nulla serve sforzarsi di costruire la lezione perfetta, sacrificare il proprio sonno fino a diventare "prof zombies" o il reinventarsi continuamente.
La soluzione dell'autore? Una sorprendente "teoria ortogonale dell'educazione", che riporti al centro della scena la figura dell'educatore, distogliendo per un attimo lo sguardo dai ragazzi per coltivare il proprio mondo in modo da essere contagiosi nella relazione educativa.
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