Registro di classe
S. Onofri
Registro di classe
Minimum fax, Roma, 2019
pp. 108; euro 13,00
Sandro Onofri muore nel 1999, a soli 44 anni. Pochi mesi dopo, nel suo computer la moglie ritrova una sorta di diario, le sue ultime riflessioni sulla scuola pubblica, il suo involontario testamento. Romano di borgata, cresciuto lontano dai fasti del centro città, Onofri ci offre uno spaccato pasoliniano della vita della scuola come istituzione ma soprattutto di professori e alunni.
Come ogni docente che ama il suo lavoro, Onofri non riesce a non partire dalle sue ambizioni e soprattutto dalle sue frustrazioni, numerose e a volte difficili da affrontare. Con uno stile incisivo e antiretorico, senza mai indulgere al compiacimento di chi sa usare la penna, fatica ad esempio ad accettare che tra tutti i suoi alunni solo uno abbia letto Pinocchio o che pochi abbiano apprezzato L'isola di Arturo, ma ancora più fatica fa con i colleghi che hanno abbandonato le armi, con il loro vittimismo, gli alibi ricorrenti, l'incuria. Sempre dalla parte degli alunni, anche i più difficili, con i quali condivide non solo le origini popolari, l'autore individua nel fornire loro gli strumenti per comprendere la realtà la missione della scuola.
Un libro scritto vent'anni fa ma che sembra scritto oggi, in questi giorni confusi in cui la scuola pare aver perso la rotta.
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