Tutti i numeri sono uguali a cinque
S.Sandrelli - D.Gouthier - R. Gattas (a cura di)
Tutti i numeri sono uguali a cinque
Springer Verlag, Milano, 2007,
282 pagine - € 21,00
Il libro Tutti i numeri sono uguali a cinque, uscito nella nuova collana i blu della Springer è una bella scommessa. Può la scienza fondersi con la narrativa? Cosa ne può uscire? I ventun racconti di questa raccolta tracciano tutte le possibili strade di questa avventura.
Modalità diverse che vanno a comporre un mosaico di esperienze, ognuna rappresentativa di un aspetto della scienza. A volte la scienza è il metodo, usato nella propria esperienza o in questi esperimenti di scrittura.
La scienza è anche strumento, strumento di relazione con gli altri. Oppure la scienza diventa un'idea, un pensiero, un modo di fare. Ma soprattutto la scienza è un punto di vista. Ogni autore parte sinceramente dalla sua vita, dai suoi pregiudizi, dalla sua visione del mondo per descrivere e descriversi. A volte, i racconti sono autobiografici, altre volte sono voli di fantasia... tutti però rappresentano un mondo in cui la scienza e la Matematica (in particolare) hanno un cuore che pulsa, che s'innamora, che si innervosisce e che sogna.
Gli autori di questo libro sono tanti, troppi per parlare di tutti e troppo diversi tra loro per rinchiuderli in una definizione che non sia "tutti i numeri sono uguali a cinque" Ringraziamo comunque i tre curatori della raccolta per questo regalo.
Vi assicuro che sono dei pazzi che val la pena di conoscere. Nel volume c'è uno stupendo racconto di uno dei massimi epidemiologi italiani, RenzoTomatis. Noto a livelli internazionale, è stato in Italia — insieme a pochi altri — una persona che ha spinto per l'interazione tra Medicina e Matematica al fine di comprendere meglio la diffusione e le cause delle malattie. Già malato durante la preparazione del libro, se ne è andato a fine settembre ed è bello rileggere questo racconto in attesa dell'uscita del suo ultimo romanzo che verrà pubblicato postumo dall'editore Sironi.
C'è poi l'interessante saggio di chiusura scritto da Piero Bianucci dal titolo L'arte di tacere in Primo Levi in cui si parla della narrativa scientifica di questo importante autore italiano, ricordato giustamente per i suoi romanzi sulla dittatura nazifascista ma spesso dimenticato per i suo racconti che prendono spunto dal suo lavoro di chimico.
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