Un Papa che conta!
Alle 18:07 dell'8 maggio, in una Roma illuminata da un sole primaverile, il comignolo montato sulla Cappella Sistina ha emesso la fumata bianca: il collegio cardinalizio, al quarto scrutinio, ha eletto il 267.esimo pontefice della Chiesa cattolica. Si tratta dello statunitense Robert Francis Prevost, salito al soglio pontificio con il nome di Leone XIV.
Il fisico inglese Paul Dirac affermava che "Se c'è un Dio, è un grande matematico". Non possiamo assicurare nulla di certo sul divino, ma possiamo affermare che il suo Vicario in terra lo è!
Infatti Papa Leone XIV, nato a Chicago nel 1955, nel 1977 ha ottenuto il bachelor of science in Matematica presso la Villanova University in Pennsylvania. Solo dopo gli studi in Matematica ha intrapreso la carriera ecclesiastica che lo ha portato al papato.
Ma non è la prima volta che la Matematica occupa la cattedra di Pietro, dobbiamo risalire al 999, quando Gerberto di Aurillac è stato eletto al soglio pontificio col nome di Papa Silvestro II. Nato fra il 945 e il 950 in Alvernia, nella profonda provincia francese, era considerato il più grande intellettuale e studioso del suo tempo, in particolare per quanto riguarda la matematica. Nel 967 si era trasferito in Catalogna e da lì ebbe modo di viaggiare nelle zone della penisola iberica sotto il dominio arabo, culturalmente più sviluppate, entrando in contatto con alcune delle conoscenze matematiche più avanzate dell'epoca. Fra queste, la più nota è la scrittura posizionale dei numeri – l'ultima cifra a destra rappresenta le unità, la penultima le decine e così via – con l'uso di quelle che ancora oggi portano il nome di "cifre arabe", anticipando di circa 200 anni la grande opera di diffusione fatta dal pisano Leonardo Fibonacci.
Il contributo scientifico principale di Gerberto di Aurillac è l'abaco, che nonostante fosse noto già ai tempi dei romani, fu poi dimenticato e il futuro Papa lo reintrodusse in Europa costruendo un modello di sua invenzione che ancora oggi porta il suo nome. Papa Silvestro II si dedicava anche agli studi di geometria e alle applicazioni meccaniche della matematica, in particolare per usi musicali, costruendo l'organo più sofisticato del suo tempo, e astronomici perfezionando l'astrolabio. Tra le sue opere matematiche ricordiamo Libellus de numerorum divisione, De geometria, De sphaerae constructione, Libellus de rationali et ratione uti, Regula de abaco computi, Liber abaci (stesso titolo della futura e celebre opera di Fibonacci).
Insomma siamo a due Papi che contano e sanno contare!