27 gennaio 2018, il Giorno della Memoria
A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno inconsapevolmente, che "ogni straniero è nemico". Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati, e non sta all'origine di un sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora al temine della catena, sta il LAGER.
Primo Levi, Se questo è un uomo |
Art. 1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. |
Un anniversario a cui si aggiunge quello degli 80 anni dalla pubblicazione del Manifesto degli scienziati razzisti (apparso per la prima volta in forma anonima sul Giornale d'Italia il 15 luglio 1938) e dalla successiva promulgazione delle abominevoli leggi razziali il 5 settembre 2018.
Per ricordare le atrocità che questi vergognosi provvedimenti hanno comportato, vi proponiamo la testimonianza della neo Senatrice a vita Liliana Segre, superstite dell'Olocausto che il 30 gennaio 1944 venne deportata dal Binario 21 della stazione di Milano Centrale al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau.
* Questa testimonianza è tratta da "Testimonianza di Liliana Segre", a cura di Silvia Romero, DEP. Deportate, esuli, profughe, n.2, gennaio 2005.