27 gennaio, Giorno della Memoria

Il 27 gennaio - in ricordo di quel 27 gennaio 1945, in cui le truppe sovietiche liberarono il campo di Auschwitz - si celebra il Giorno della Memoria. La ricorrenza è stata istituita con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 dal Parlamento italiano che ha in tal modo aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio come giornata in commemorazione delle vittime del popolo ebraico e di tutte le minoranze su cui si abbattè la barbarie del nazismo e del fascismo, e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati dalla ferocia degli aguzzini.

"Istituzione del "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti" pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 177 del 31 luglio 2000

Art. 1.

La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

auschwitz

 

Riportiamo di seguito un brano tratto da Laurent Schwartz. Autobiografia di un matematico protagonista del Novecento (Egea, Milano, 2015) in cui il matematico francese, ebreo e trotzkista, racconta un episodio del 1942 durante la guerra nella Francia occupata e nella Repubblica di Vichy (stato satellite del Terzo Reich). Schwartz è stato uno dei più importanti matematici francesi del secolo scorso. Vincitore, nel 1950, della Medaglia Fileds per la teoria delle distribuzioni, la sua carriera scientifica è andata di pari passo con l'impegno politico: contro l'imperialismo francese in Algeria, contro l’invasione statunitense in Vietnam, per la difesa dell'autonomia dei popoli.

Laurent Schwartz (1965)

                                     

A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno inconsapevolmente, che "ogni straniero è nemico". Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati, e non sta all'origine di un sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora al temine della catena, sta il LAGER.

Primo Levi, Se questo è un uomo