Chiapas
Il 1° gennaio del 1994, il giorno in cui entrava in vigore il Trattato del Libero Commercio tra Messico –USA e Canada, migliaia di indigeni di origine maya, scesero dalle montagne e occuparono le principali città dello stato del Chiapas. Quella fu la prima rivolta, dopo quasi 500 anni da quando, nel 1523 gli spagnoli invasero e conquistarono il Messico distruggendo e umiliando i popoli che vi abitavano. Quella conquista, se per il mondo occidentale segnò l’inizio dell’era capitalista e degli stati-nazione, per quelle popolazioni iniziava un periodo di massacri, sradicamento, impoverimento, sfruttamento feroce, schiavitù, evangelizzazione forzata.
In seguito alla rivolta del 1994 e alla immediata reazione e vendetta dell’esercito messicano, gli indigeni del Chiapas, ispirati dal loro amore per la terra e dalle idee del rivoluzionario messicano Emiliano Zapata e per questo chiamati anche zapatisti, hanno costituito regioni autonome dove si governano senza alcun intervento dello stato, in attesa che questi riconosca i loro diritti a lavorare la terra dove vivono, a una educazione che rispetti la loro cultura originaria, a una salute che non li condanni a una mortalità altissima.
Emiliano Zapata (da wikipedia) | |
Emiliano è il penultimo dei dieci figli di una delle tante famiglie rese povere dal regime dittatoriale di Porfirio Diaz. Emiliano studiò fino all'età di sedici anni, quando rimasto orfano, iniziò a lavorare la terra. Parlava due lingue, spagnolo e nahuatl (antica lingua locale). L'esordio politico risale al 1909 quando, eletto sindaco di Anenecuilco, Zapata appoggia il candidato dell'opposizione, Patricio Leyva, a governatore. La sconfitta del candidato appoggiato da Zapata provocò ad Anenecuilco dure rappresaglie e nuove perdite di terre. Verso la metà del 1910, dopo vari tentativi di risolvere i problemi della ridistribuzione dei terreni per via legale, Zapata e i suoi cominciarono a occupare e a distribuire terre.
Verso la fine del 1910, Zapata iniziò la lotta armata, diventando capo indiscusso della rivoluzione del Sud. Nel giugno del 1911 si confrontò con Francisco Indalecio Madero, liberale oppositore del regime dittatoriale messicano. L'incontro fu negativo e nell'ottobre del 1911, Zapata lanciò il Piano di Ayala. Ha inizio una guerra lunga e difficile, prima contro Madero, poi contro Huerta e infine contro Venustiano Carranza. Gli zapatisti sono inafferrabili: applicando la tecnica della guerriglia, colpiscono i distaccamenti militari per poi scomparire nel nulla.
Verso la fine del 1913, grazie anche alle spettacolari vittorie di Villa al nord, Zapata costrinse alla fuga Huerta (15 luglio). Nell'autunno 1914 si celebrò ad Aguascalientes una convenzione tra le differenti frazioni rivoluzionarie che però non riescono a trovare l'accordo. Zapata fu presente alla successiva convenzione aguascaliense. Questa convenzione adottò il piano di Ayala ed elesse Eulalio Gutierrez come presidente provvisorio. I gruppi diretti da Pancho Villa e Zapata accettarono i risultati della convenzione; lo stesso non fece il gruppo del generale Venustiano Carranza e questo provocò la prosecuzione della guerra civile. In dicembre, in seguito alla rottura con Venustiano Carranza, che rappresentava la borghesia agraria del nord, le truppe contadine di Villa e Zapata entrarono trionfanti a Città del Messico inalberando i vessilli della Vergine di Guadalupe, patrona dei popoli indigeni. Fu in questi giorni che Zapata si rifiutò di sedersi sulla poltrona presidenziale: "non combatto per questo. Combatto per le terre, perché le restituiscano". Tornò nel Morelos, dove nel 1915 giovani intellettuali, studenti provenienti da Città del Messico, gli zapatisti distribuirono terre e promulgarono leggi per restituire il potere ai pueblos. Si trattò di un'esperienza di democrazia diretta, la comune di Morelos, che rappresentò l'apice della rivoluzione zapatista. Infatti, le strepitose vittorie di Obregón su Villa capovolgono nuovamente la situazione, la rivoluzione contadina entrò in una fase di declino progressivo da cui, salvo per brevi momenti, non si riprenderà più. Zapata fu attirato in un'imboscata e venne assassinato il 10 aprile 1919, presso la fattoria di Chinameca, per mano del traditore Jesús Guajardo. Mandante dell'uccisione fu Venustiano Carranza. |