Dalle zone del terremoto ci scrive Alfonso Cornia, responsabile dei Giochi matematici a Carpi
Sono giorni terribili per tutti noi. A Carpi il terremoto ha colpito duramente e soprattutto con spaventosa continuità. Anche la nostra scuola, l’ITI “Vinci”, dove ogni anno centinaia di ragazzi della provincia di Modena vengono per giocare le semifinali dei Giochi matematici, è inagibile. La terra continua a tremare. Anche poco fa abbiamo sentito una scossa di questa interminabile ed estenuante sequenza e per questo sto scrivendo dal cortile di casa. Ma peggio di noi stanno tanti amici di Mirandola, Cavezzo, Novi, Finale, San Felice, Concordia, San Possidonio, martoriate continuamente dal 20 maggio scorso. Per questi paesi alla paura si aggiungono distruzione, morte, danni al patrimonio artistico e culturale.
Sabato 19 maggio eravamo tornati stanchi ma allegri dalla giornata a Milano. Per tutti noi è l’ultimo ricordo felice e gioioso. Sono riuscito però a mettermi in contatto con alcuni dei ragazzi che vivono e studiano in quei paesi della Bassa modenese. Le risposte che ho ricevuto sono rassicuranti: disagio, tanta paura, ma sono tutti incolumi.
Ma anche in questi momenti difficili vogliamo guardare avanti, pensare al futuro. Vorrei chiudere con le parole bellissime di un ragazzo, Enrico Porcelli, e della sua famiglia. Le ho scelte per la loro semplicità, per la sincerità e perché rispecchiano molto bene tutti i messaggi che mi sono giunti. Enrico è il più giovane dei concorrenti della nostra zona in gara a Milano e il giorno della finale ha avuto l’incarico di piantare la bandierina di Carpi all’ingresso della Bocconi.
“Il centro di Concordia non esiste più ma noi ci siamo ancora. Che ce la faremo, è matematico e lo è anche il fatto che ci ritroveremo ancora e, magari, questa volta si vince. Nella Bassa ci squassiamo ma non ci spezziamo. Mi raccomando non mollate e su con il morale, siamo vivi ed abbiamo un futuro da costruire. Ce la faremo.”
Torre dell'orologio a Novi di Modena