Dedicato a John Fauvel
Lo storico della matematica inglese John Fauvel è morto il 12 maggio 2001, a Leamington Spa (Gran Bretagna), in seguito a una grave disfunzione epatica; aveva 53 anni.
John Fauvel a Taiwan nell'agosto 2000 (foto Jan van Maanen)
Era senior lecturer in matematica presso la Open University (Gran Bretagna). È stato presidente della British Society for the History of Mathematics (BSHM) dal 1991 al 1994, segretario del gruppo di studio internazionale History and Pedagogy of Mathematics (HPM) dal 1992 al 1996, membro della International Commission on the History of Mathematics. Era nel comitato editoriale di numerose riviste scientifiche internazionali, tra cui For the learning of mathematics e Science and education.
È stato co-editore di molti volumi, tra cui Darwin to Einstein: historical studies on science and belief (1980), The history of mathematics: a reader (1987), Let Newton be! (1988), Oxford figures: 800 years of the mathematical sciences (1999) e lo studio internazionale History in the mathematics classroom: the ICMI Study (2000).
I suoi principali interessi di ricerca erano la storia della matematica (in particolare: la matematica britannica a partire dal sedicesimo secolo), i rapporti tra storia della matematica e insegnamento della matematica, la divulgazione della matematica.
Gli amici del PRISTEM ricorderanno certamente la sua partecipazione al Convegno Abbasso il cologaritmo! Cambiamo qualcosa nell’insegnamento della matematica?, tenutosi presso l’Università Bocconi il 3-4-5 marzo 1997. Fauvel e il suo collega olandese Jan van Maanen portarono al Convegno le esperienze dei loro paesi sul complesso tema del rinnovamento dell’insegnamento della matematica; Fauvel ci portò anche alcune bellissime videocassette di storia della matematica della BBC, che alcuni di noi tentarono di usare in un corso di aggiornamento per insegnanti qualche anno più tardi. Fauvel era molto simpatico; giovane, brillante, allampanato, con un’aria un po’ nelle nuvole e molto molto ‘inglese’ (qualunque cosa questo voglia dire…).
Lettera Matematica ospitò poi (vedi n. 23, marzo 1997, pag. 8-13) la traduzione di un bell’articolo di Fauvel e van Maanen su Storia e didattica della matematica, che aveva lo scopo di lanciare anche in Italia l’importante ricerca internazionale da loro diretta sul ruolo della storia della matematica nell’insegnamento e nell’apprendimento della matematica - uscita come ICMI Study nel 2000, per la casa editrice Kluwer.
Vi proponiamo un ricordo di Fauvel scritto appositamente per noi da Fulvia Furinghetti, presidente del gruppo HPM:
Ho conosciuto John Fauvel a Leicester (UK), nella primavera del 1990, in occasione del primo incontro HIMED (History In Mathematics Education). In quell’occasione egli inaugurava una tradizione di incontri tra ricercatori in storia della matematica, in educazione matematica ed insegnanti sul tema dell’uso della storia nell’insegnamento della matematica.
La sede era molto suggestiva, dato che l’Università di Leicester ospita la Mathematical Association Library, con i suoi ricordi sulla storica associazione fondata nel diciannovesimo secolo. All’incontro era stata destinata una sala del vecchio edificio, ma la partecipazione era stata superiore alle aspettative e con difficoltà vi trovammo posto tutti. Dell’incontro resta testimonianza in un numero speciale della rivista For the learning of mathematics.
Tali incontri divennero una tradizione: da allora ogni anno si tiene in Gran Bretagna una giornata su questo tema a carattere nazionale, e ogni due anni gli incontri acquistano un carattere internazionale. A questi ultimi, di solito si incontravano un folto gruppo di inglesi, gli olandesi che gravitano intorno a Jan van Maanen, i rappresentanti degli IREM francesi (in particolare évelyne Barbin); e poi alcuni invitati speciali da altri continenti (tra cui Ubiratan d’Ambrosio dal Brasile, Fred Rickey e Frank Swetz dagli USA).
Con questi incontri, la comunità dei ricercatori in questo settore acquistava progressivamente una specifica identità. Anzi, il modo particolare di John Fauvel nel gestire i rapporti con i colleghi ne fece una grande famiglia, il nocciolo europeo del Gruppo HPM (International Study Group on the Relations between History and Pedagogy of Mathematics) affiliato all’ICMI (International Commission on Mathematical Instruction).
Del Gruppo HPM Fauvel è stato presidente dal 1992 al 1996; in seguito ha organizzato, insieme al suo successore in questa carica (Jan van Maanen), lo studio ICMI "The role of the history of mathematics in the teaching and learning of mathematics" i cui risultati sono stati recentemente raccolti in un volume (J. Fauvel & J. Van Maanen (editors), History in mathematics education: the ICMI Study, Kluwer, Dordrecht-Boston-London, 2000). Fauvel ha fatto parte, inoltre, del comitato scientifico della prima, seconda e terza Università Estive Europee "History and epistemology in mathematics education", che si sono tenute a Montpellier (Francia), Braga (Portogallo) e Louvain-La-Neuve/Leuven (Belgio).
Un’altra carica ufficiale in cui Fauvel ha investito molte energie è stata la presidenza della BSHM (British Society for the History of Mathematics), dal 1991 al 1994. Il suo impegno in questa associazione si è sviluppato in varie direzioni. Egli ha organizzato, da solo o in collaborazione, 29 convegni; tra questi i convegni annuali di settembre, alternativamente a Oxford e a Cambridge, su temi specifici (il prossimo sarà sul tema "From Sumer to spreadsheet: The history of mathematical table-making"). Ha incoraggiato i giovani ricercatori, organizzando regolarmente giornate di presentazione dei loro ‘lavori in corso’. Si è impegnato nella promozione dell’uso della storia nell’insegnamento, con i convegni HIMED e con scritti vari. Dal 1995 ha curato inoltre la bellissima Newsletter dell’associazione, che è un piacere per gli occhi e per la mente. Proprio questa Newsletter esprime un carattere specifico del suo modo di lavorare: grande attenzione ai dettagli e al lato visivo/estetico, accanto, ovviamente all’attenzione per i contenuti e per l’informazione sempre molto ricca e curata. Queste caratteristiche innate si erano affinate con l’impegno dell’insegnamento a distanza nella Open University di Milton Keynes, che lo aveva reso attento ai vari aspetti e modalità della comunicazione.
Fauvel ha fatto parte del comitato esecutivo della International Commission on the History of Mathematics ed era nel comitato di redazione di molte riviste, tra cui For the learning of mathematics, Science and education, Themes in education, Paradigm, Radical philosophy. La sua divulgazione della cultura matematica attraverso libri, film, articoli su riviste e quotidiani (il suo preferito era il Guardian) è stata infine di notevole livello.
Malgrado la grande tolleranza e i suoi modi gentili, Fauvel è stato molto fermo e duro nelle lotte in cui credeva. Un esempio sono le campagne che ha condotto nell’ambito della BSHM. Con esse è riuscito ad evitare, per esempio, che la tomba di J. J. Sylvester fosse distrutta per far posto a un parcheggio nella zona nord di Londra. Recentemente ha condannato con veemenza il comportamento dell’Università di Keele, che ha venduto la famosa collezione Turner di testi matematici antichi a un commerciante.
Come attuale presidente del gruppo HPM ho ricevuto molti messaggi che ricordano le doti umane e culturali di John Fauvel ed esprimono rimpianto per la perdita di una figura che è stata molto presente e attiva nel promuovere la storia della matematica e, in ultima istanza, la matematica stessa. è stato un piacere per tutti averlo conosciuto; tutti abbiamo imparato da lui, e abbiamo ricevuto consigli e incoraggiamenti per i nostri lavori. Della sua personalità mi piace ricordare un aspetto che mi sembra ben testimoniato dalla struttura dello studio ICMI e del successivo volume che ne è scaturito: l’idea di democrazia culturale. Egli era molto aperto verso gli altri e ascoltava chiunque aveva qualcosa da dire; nello studio ICMI ogni partecipante ha avuto il suo spazio e il risultato è una pluralità di voci che danno molte idee sull’uso della storia nell’insegnamento.
Era una persona dai molti interessi sociali, culturali e affettivi. Suonava il violino, il recorder, la pianola, il clavicembalo. Curava personalmente un incantevole giardino. Aveva collaborato a libri di cucina. Amava fotografare gli amici e colleghi. Ha saputo vivere intensamente e lievemente. Capisco la scelta dei suoi amici di chiudere il suo funerale con Cabaret, la canzone di Kandor e Webb, perché veramente per lui "life is a cabaret, old chum, come to the cabaret".
Fulvia Furinghetti
Dipartimento di Matematica dell’Università di Genova
presidente HPM