E, se uscisse Fisica...

La nuova maturità prevede, per quanto riguarda i Licei scientifici, una possibile alternanza nella seconda prova d'Esame di Stato tra Matematica e Fisica. La preoccupazione degli studenti è molta e altrettanto scettici sono i docenti, vi segnaliamo a tal proposito un appello rivolto al Ministro dell'Istruzione redatto dai docenti del Liceo scientifico "Leonardo da Vinci" di Gallarate (VA) e a cui hanno aderito i collegi docenti dei Licei della città.

 

AL SIG. MINISTRO DELL'ISTRUZIONE

I sottoscritti docenti del Liceo Scientifico "Leonardo da Vinci" di Gallarate,

  • visto l'esempio di prova di Fisica del 25 ottobre 2016 proposta come simulazione della seconda prova scritta dell'Esame di Stato di Liceo Scientifico
  • ette le notizie di stampa in merito ai nuovi orientamenti ministeriali riguardo alla scelta della materia della suddetta prova,

fanno appello al Sig. Ministro affinché si adegui la difficoltà della eventuale prova di Fisica ai reali livelli medi di competenza raggiunti dagli studenti al termine del percorso liceale.

La richiesta scaturisce da considerazioni culturali, normative e dettate dalla presa d'atto dello status quo.

Considerazioni culturali

Da più di novanta anni il sistema della scuola secondaria superiore è fondato su tre pilastri: l'istruzione tecnica, quella professionale e quella liceale. In particolare il Liceo scientifico, il più "generalista" fra i licei, ha avuto e ha una "mission" molto chiara: fornire una cultura generale che non trascuri né l'area scientifica né quella umanistica. Tale cultura, oltre a costituire un valore in sé che accompagnerà la vita dell'adulto nelle sue varie manifestazioni, è finalizzata a soddisfare due esigenze fondamentali: orientare lo studente verso la scelta post liceale più consona alle sue attitudini e fornirgli tutti gli strumenti necessari ad affrontare con successo qualunque percorso di studi universitario. In questo contesto l'insegnamento liceale ha nell'equilibrio non tecnicistico delle varie discipline la sua ragion d'essere. Appare evidente come l'ultima simulazione citata in premessa richieda un insegnamento pregresso fino ad oggi ritenuto di livello sostanzialmente universitario e quindi non più orientato alla mission di cui sopra.

Considerazioni normative

La legge vigente sull'autonomia sancisce per le istituzioni scolastiche autonomia didattica e di ricerca, tant'è che col riordino del sistema della scuola secondaria del 2010 non si parla più di programmi d’insegnamento, ma di indicazioni nazionali, con evidente riferimento a margini di scelta lasciati alle scuole. Nel rispetto sostanziale di tale norma giusto sarebbe ricondurre le richieste ministeriali nelle prove di Esame di Stato a contenuti e competenze fondanti ed essenziali delle varie discipline; anche sotto tale aspetto, invece, la simulazione in questione è molto lontana da ciò che sarebbe lecito aspettarsi.

Considerazioni sullo status quo

Una visione d'insieme dello stato dell'insegnamento della Fisica nella scuola italiana, che presumibilmente sfugge all’estensore della prova simulata, si può indurre da un esame dei libri di testo di Fisica più diffusi e da un confronto fra le adozioni dei testi di Matematica e di Fisica a livello nazionale.

A questo proposito appare prima di tutto evidente che nessuno fra i testi più diffusi è adeguato alla preparazione richiesta per affrontare positivamente la prova di Fisica proposta.

Non è poi di secondaria importanza il fatto che i testi di Matematica che ottengono un numero elevato di adozioni sono pochi (tre o quattro a livello nazionale) e presentano uno standard di trattazione degli argomenti piuttosto condiviso; le adozioni di Fisica, al contrario, sono maggiormente distribuite su più libri (alcuni dei quali tradotti dall'inglese-americano), poco omogenei per metodi e contenuti.

Naturalmente si può fare in modo che il livello dell'insegnamento della Fisica si alzi e diventi più standardizzato attraverso segnali forti e chiari, ma perché partire dal quinto anno a spese degli alunni di fine corso e non iniziare con percorsi di formazione degli insegnanti partendo dai primi anni di corso? Procedere in questa maniera fa pensare a un costruttore che inizia dal tetto invece che dalle fondamenta di un edificio.

Gallarate, 10 Novembre 2016

IL COLLEGIO DEI DOCENTI DEI LICEI DI GALLARATE ALL'UNANIMITÀ

 

Versione PDF dell'appello