A Giorgio Parisi il Premio Wolf per la Fisica
È stato assegnato il 10 febbraio a Giorgio Parisi, presidente dell'Accademia dei Lincei, il Premio Wolf, uno dei più prestigiosi riconoscimenti mondiali per la fisica "per le sue scoperte pionieristiche nella teoria quantistica dei campi, in meccanica statistica e nei sistemi complessi".
Istituito dalla Fondazione Wolf di Israele nel 1978 come riconoscimento per premiare i "risultati nell'interesse dell'umanità e relazioni amichevoli tra le persone, indipendentemente dalla nazionalità, razza, colore, religione, sesso o opinioni politiche", era dal 1979 che il Premio non arrivava in Italia, quando lo vinse Giuseppe Occhialini. Da allora altri due italiani hanno ricevuto il riconoscimento, ma entrambi attivi negli Stati Uniti: Bruno Rossi e Riccardo Giacconi. Il nome di Giorgio Parisi si affianca anche a nomi di altri eminenti fisici quali Stephen Hawking e Peter Higgs.
Giorgio Parisi
Parisi, romano, classe 1948, si è laureato all'Università La Sapienza di Roma nel 1970, sotto la guida di Nicola Cabibbo. Ha poi iniziato la sua carriera scientifica ai Laboratori Nazionali di Frascati dell'Infn, trascorrendo soggiorni all'estero, prima alla Columbia University di New York, all'Institut des Hautes Etudes Scientifiques a Bures-sur-Yvettes e all'Ecole Normale Superieure di Parigi. Nel corso della sua carriera Parisi ha dato molti contributi determinanti in diverse aree della fisica: fisica delle particelle, meccanica statistica, fluidodinamica, supercomputer. Ha, inoltre, scritto articoli su reti neurali, sistema immunitario e movimento di gruppi di animali. Nel 1992 gli è stata conferita la Medaglia Boltzmann per i suoi contributi alla teoria dei sistemi disordinati e la Medaglia Max Planck nel 2011 dalla società tedesca di fisica.
Parisi dopo aver saputo dell'assegnazione del Premio ha dichiarato: "Sono contento perché è un premio che va a un italiano che vive e lavora in Italia", aggiungendo "È una soddisfazione grandissima perché è anche un premio collettivo a una comunità. Il merito di questo premio va anche a tantissimi collaboratori che ho avuto, con i quali ci siamo divertiti nel cercare di svelare quelli che una volta si chiamavano i 'misteri della natura'".