Il diritto di contare: la Matematica per superare le discriminazioni

Lo scorso 8 marzo, data non casuale, è uscito nelle sale cinematografiche italiane il film statunitense "Il diritto di contare" di Theodore Melfi basato sul romanzo di Margot Lee Shetterley "The Hidden Figures: The Story of the African-American Women Who Helped Win the Space Race" (William Morrow, 2016). La pellicola è incentrata sulla storia di tre donne afroamericane: la matematica Katherine Johnson, l'ingegnere Mary Jackson e la responsabile del settore IBM Dorothy Vaughan che lavoravano come "calcolatrici" (ovvero si occupavano di calcolare a mano le traittorie e le orbite dei lanci) presso il campus aerospaziale della NASA a Langley (Virginia). Il loro talento, le loro capacità e l'ardente desiderio di riscatto hanno posto le basi per la vittoria americana della competizione per lo spazio contro l'ex Unione Sovietica.

Trailer del film

 

Le vicende trattate nel film si sviluppano negli anni Sessanta del secolo scorso, negli Stati Uniti della segregazione razziale, delle prime battaglie per il riconoscimento dei diritti civili da parte della popolazione afroamericana e della corsa allo spazio russa e americana. Il lungometraggio inizia proprio con la crisi della NASA dopo il successo del programma sovietico Sputnik nel 1957. L'allora capo del gruppo di scienziati Al Harrison, forte di nuovi fondi governativi ed esortazioni presidenziali, decide di lanciare il programma Mercury per la spedizione di un astronauta americano nello spazio.

Katherine Johnson presso il Nasa Langley Research Center nel 1980 (Fotografia: Donaldson Collection/Getty Images)

 

La necessità di un matematico che potesse calcolare le orbite di lancio è forte e proprio Katherine Johnson, classe 1918 e laureata in Matematica a soli 18 anni, viene assegnata alla Space Task Force rendendola la prima donna afroamericana della squadra. Nonostante atteggiamenti di sfiducia e pregiudizievoli, la Johnson con il suo talento matematico riesce a convincere i suoi colleghi e superiori e affermare il suo "diritto di contare".

Mary Jackson presso il Nasa Langley Research Center nel 1977 (Fotografia: Bob Nye/NASA/Getty Images)

 

Parallelamente sono trattate le vicende di Mary Jackson e Dorothy Vaughan: la prima è un'aspirante talentuosa ingegnere che dovrà scontrarsi con le norme legislative della Virginia per ottenere una laurea in ingegneria; la seconda vuole che gli sia riconosciuto ufficialmente il ruolo di responsabile, arrivando ad apprendere il linguaggio informatico Fortran per comprendere il funzionamento della macchina di calcolo IBM 7090 (che rimaneva un mistero per gli analisti del reparto).

Christine Darden presso il Nasa Langley Research Center nel 1975 (Fotografia: NASA)


La Storia ci svela il già finale, grazie al prezioso contributo delle tre donne, che calcolarono le traiettorie per la missione Mercury, la NASA riuscì a spedire in orbita il 20 febbraio 1962 l'astronauta John Glenn, che rimase 4 ore e 55 minuti nello spazio, eguagliando così il sovietico Jurij Gagarin che aveva orbitato attorno al nostro pianeta il 12 aprile 1961.

Ad oggi l'unica protagonista di questa vicenda ancora vivente è la, quasi centenaria, matematica Katherine Johnson che nel 2015 ha ricevuto dal Presidente Barack Obama la Presidential Medal of Freedom (il più alto riconoscimento per una personalità negli Stati Uniti) e che in occasione della cerimonia degli Oscar 2017 lo scorso 26 febbraio è salita sul palco del tempio di Hollywood insieme al cast de "Il diritto di contare".

 

Per conoscere meglio la figura di Katherine Johnson vi segnaliamo l'intervista apparsa sul quotidiano La Stampa del 1 febbraio 2017.