La maturità di Mauro Picone e Cesare Pavese

UNA COMMISSIONE STRAORDINARIA

Il primo luglio 1926 si riuniva la Commissione di maturità della classe Terza B dello storico Liceo classico “Massimo d’Azeglio” di Torino, fucina e culla dell’intellighentia subalpina.

A rendere la commissione straordinaria sarebbe bastato il nome di uno dei 29 esaminandi: Cesare Pavese, nato a S. Stefano Belbo (CN) il 9 settembre 1908, da Eugenio di professione vice-cancelliere e  da Consolina Mesturini, come recita testualmente la pagella.

Ad attirare l’attenzione, tuttavia, è  anche la composizione della Commissione d’esame: Giuseppe Corradi, celebre esperto dell’antichità greca e romana;  Carlo Mazzantini, filosofo insigne studioso di Heiddeger e maestro di Augusto del Noce; Mauro Picone, matematico padre di una delle più importanti scuole matematiche italiane del Novecento, fondatore dell’Istituto per le applicazioni del calcolo a lui oggi intitolato, instancabile organizzatore e manager scientifico per più di mezzo secolo. Della Commissione d’esame era il presidente.

Colpisce l’incontestabile spessore scientifico e culturale dei commissari e ancora di più stupisce l’impegno da essi profuso. Si pensi che la Commissione si riunì una seconda volta in ottobre, dopo il lungo lavoro estivo, per esaminare i maturandi, rimandati in una o più discipline alla sessione autunnale.  

Notevole la performance finale di Pavese: Italiano: otto, Latino: sette, Cultura greca: otto, Storia civile: otto, Filosofia e Economia Politica: otto, Scienze naturali, chimica e Geografia: otto, Educazione Fisica: buono e infine … uno stiracchiato sei in Matematica e Fisica.