La scomparsa del Nobel Riccardo Giacconi
È morto a San Diego in California, lo scorso 9 dicembre, all'età di 87 anni, il fisico italiano naturalizzato statunitense Riccardo Giacconi. Astrofisico di fama mondiale, nel 2002 aveva ricevuto dall'Accademia reale svedese delle scienze (insieme allo statunitense Raymond Davis Jr. e al giapponese Masatoshi Koshiba) il premio Nobel per la Fisica nel 2002 "per i contributi pionieristici all'astrofisica, che hanno portato alla scoperta di sorgenti cosmiche di raggi X". Le sue ricerche hanno attraversato per intero questo settore della ricerca, dai primi piccoli rilevatori degli anni '60, montati su piccoli razzi, fino alla missione Chandra della Nasa, lanciato nel 1999.
Nato a Genova il 6 ottobre 1931, il padre era proprietario di una piccola azienda e la madre insegnante di matematica e fisica. Nel 1939 i genitori si separano e Riccardo segue la madre prima a Cremona, poi a Milano dove insegna nel Liceo scientifico Vittorio Veneto che egli stesso poi frequenterà. Dopo gli studi in Fisica presso l'Università di Milano, si laurea sotto la supervisione di Giuseppe Occhialini specializzandosi nella ricerca dei raggi cosmici. Su consiglio di Occhialini, nel 1956 si trasferisce negli Stati Uniti e dal 1958 inizia a collaborare con l'Università di Princeton, poi è chiamato da Bruno Rossi presso l'AS&E (American Science and Engineering) con un programma per lo sviluppo di ricerca sui raggi X cosmici, qui comincia a progettare strumenti di rilevazione.
Riccardo Giacconi durante la cerimonia di assegnazione del Premio Nobel nel 2002
Nel 1962 scopre Scorpius X-1, prima sorgente extraterrestre nota di raggi X, nel 1970 si occupa del lancio del satellite Uhuru, con cui si apre l'esplorazione del cielo profondo a raggi X. Nel 1973 Giacconi diviene direttore dell'Harvard Smithsonian Center for Astrophysics, portando avanti il progetto HEAO-2 di un telescopio raggi X in orbita (che sarà in seguito battezzato Osservatorio Einstein).
Ha ricoperto contemporaneamente le cariche di professore di fisica e astronomia (1982-1997) e di ricercatore (dal 1998) alla Università Johns Hopkins. Dal 1993 al 1999 è stato direttore generale del European Southern Observatory (ESO) ed era primo ricercatore per il progetto Chandra Deep Field-South con il Chandra X-ray Observatory della NASA.
Con le sue ricerche, Giacconi ha mostrato il lato violento dell'universo, fatto di stelle cannibali, buchi neri e immani esplosioni.