Mathematical Lives
La Matematica - si sa - è come un tessuto che si dipana e sviluppa secondo molte dimensioni grazie all’azione complessiva di numerosi autori, raccolti in gruppi, scuole, comunità varie. Ben lontana dal tradizionale immaginario che la vede come il risultato di isolati e originali pensatori, improvvisamente ispirati da un benefico lampo e spinti a riempire i propri fogli di strani simboli.
Naturalmente, in questo tessuto, di tanto in tanto si presentano strappi e lacerazioni di cui qualche geniale pensatore riesce a suggerire i possibili rammendi. Ancora più spesso, altri studiosi indicano i problemi, i percorsi più convenienti, nuove strade su cui indirizzarsi. Una storia della Matematica di solito attraversa e seziona questo continuum, per farci cogliere l’evoluzione interna della materia e attestare la progressiva acquisizione di conoscenza che realizza oppure documentarne la centralità nella cultura, non solo scientifica, di un dato periodo di tempo. In ogni caso è anche una storia di uomini e delle loro conquiste intellettuali più che tecniche, del loro impegno (spesso appassionato) nel perseguire valori politici o sociali e nel farsi guidare, anche nello studio, dalla propria sensibilità e dal proprio gusto personale.
Niente di più lontano dagli stereotipi che ci mostrano il matematico concentrato solo sulla propria ricerca e avulso dal mondo circostante. Nel panorama della letteratura scientifica, raramente lo studioso viene presentato come “nodo” di una rete di relazioni, un “perno” attorno al quale si raccolgono idee, pensieri, influenze ed allievi.
Tutto ciò a proposito di “Mathematical Lives”, un volume pubblicato da Springer, che reca il significativo sottotitolo “Protagonists of the XX century, from Hilbert to Wiles”, traduzione inglese di un testo che ha avuto un buon successo presso i lettori italiani (“Vite matematiche”, Springer Italia 2007, a cura di C. Bartocci, R. Betti, A. Guerraggio and R. Lucchetti).
Più che sui concetti, in questo libro si intende mettere l’accento sui “protagonisti”, i personaggi che, per le idee, le teorie e l’impegno concreto, più di altri hanno lasciato una traccia nella vita del ‘900. Una scelta difficile - se si vuole porre un limite al numero delle biografie - e una narrazione molto articolata per la partecipazione di numerosi autori, ciascuno con il proprio punto di vista ed il proprio stile, ciascuno mosso dal desiderio di accompagnare con una determinata impronta il proprio personaggio. Una delicata questione, spesso discutibile e certamente orientata dai gusti e dalle preferenze dei curatori, ma sempre guidata dal desiderio di far risaltare l’interazione costante fra gli aspetti tecnici, quelli concettuali e le tensioni e le attese della vita quotidiana.
Ne risulta un racconto che, se non presenta certamente un panorama continuo degli sviluppi matematici del ‘900, ha il pregio di essere affrontato da più angolazioni e fornire insoliti percorsi di lettura. Una “storia locale”, si potrebbe dire, che mette al centro il protagonista e si estende ad abbracciare il contesto in cui agisce, legando spesso il suo lavoro alle circostanze ed alle necessità della sua vita e del suo tempo.
Il panorama matematico comincia naturalmente con i famosi problemi che Hilbert ha presentato al Congresso internazionale dei matematici di Parigi nel 1900. A questo inizio “ufficiale” segue un articolo sulla scuola italiana di Geometria algebrica ed i suoi protagonisti (soprattutto Enriques, Castelnuovo e Severi) e poi una serie di “personaggi” di rilievo della Matematica, grosso modo in ordine cronologico (Russell, Hardy, Emmy Nöther, Dirac, von Neumann, Gödel, Turing, Caccioppoli, de Finetti, Kolmogorov, i “prestanome” di Bourbaki, Nash, De Giorgi, Schwartz, Thom, Grothendieck, Rota, Smale, Atiyah, Arnold, Bombieri, Gardner, Lawvere, Wiles) con l’intrusione di qualche personaggio estraneo al mondo della Matematica, ma non lontano da esso per le idee, gli interessi o le opere, come Musil e Queneau, oltre a qualche breve “intermezzo” di argomento matematico, seppure non di autore matematico: Verlaine su Poincaré, Sinisgalli ed il suo “Carciopholus Romanus”, la bella poesia di Enzensberger su Gödel e il suo teorema, Le Corbusier e la “Porta dei miracoli”.
Ogni articolo è illustrato da un originale ritratto di Geraldine d’Alessandris (tranne Queneau, che è opera di Maria Poggi). La traduzione completa è di Kim Williams.