Ricordando Filippo Spagnolo...
Sopracciglio sollevato, angoli della bocca tesi verso il riso... «Tina!... lo sai chi è il più grande umorista?». Io (già ridendo) «No, Filippo, chi è?». «Ma Dio, è chiaro! Guarda, te lo dimostro». E lo dimostrava. E ridevo per mezz’ora buona.
Filippo Spagnolo è scomparso la settimana scorsa.
Correrebbe l’obbligo di citare le sue numerose qualifiche e qualità: Professore associato presso il dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università di Palermo, Maître de Conference di Science de l'Education presso il Ministero dell’Educazione francese, Coordinatore del Gruppo di Ricerca sull’apprendimento e l’insegnamento della Matematica e mille altre “diavolerie” contemporanee che si possono leggere nel suo lunghissimo curriculum (http://dipmat.math.unipa.it/~grim/homefil.htm).
Sarebbe senz’altro contento se io lo ricordassi per i suoi preziosi studi sugli stili cognitivi del popolo cinese e sulle loro speciali abilità nell’apprendere la Matematica (l’algebra e l’analisi). La sua opera in questo senso va a colmare un vuoto molto grande nella tradizione degli studi qui in Italia dopo i lavori di Vailati e Vacca.
Io però lo ricordo qui a Roma, all’inizio di gennaio di quest’anno, a casa di mio padre: sento la sua voce che racconta della Cina, della scrittura cinese, di Favignana e della roulotte al mare ... la sua voce allegra, tonante, enfatica, instancabile che racconta dei mille discorsi fatti nei mille luoghi della sua vita ricca di idee, umanità, energia e amore per il pensiero.
Ci immagino davanti al mondo sottosopra di Chagall, ancora fermi nel tempo della vita, in quel freddo gennaio romano all’Ara Pacis, a chiedergli: «Filippo, Dio sta ridendo?»
Tina Nastasi