Teoria dei giochi: istruzioni per l'uso (dal mio punto di vista s'intende)
Tratto dal numero 105 di Lettera matematica pristem, pubblichiamo l'articolo di Roberto Lucchetto che introduce alla Teoria dei giochi e alle sue applicazioni quotidiane.
La vita esiste perché esiste interazione. Ogni essere vivente è in contatto e interagisce con la realtà esterna per tutto il suo ciclo di vita; spesso in maniera totalmente inconsapevole dal punto di vista intellettivo, a volte invece con la consapevolezza delle conseguenze delle sue azioni. La teoria matematica che si occupa di interazioni è chiamata comunemente, con nome molto efficace, Teoria dei giochi: efficace in particolare perché il gioco è un bellissimo modello di interazione. La Teoria dei giochi ha applicazioni in ogni campo ed è anche un test molto prezioso per misurare l'efficacia di tanti metodi risolutivi per problemi complessi. La ragione è semplicissima. Un gioco ha spesso regole chiare, facili da capire, ma poi è terribilmente difficile da analizzare: in un corso anche avanzato di Teoria dei giochi se lo studente non ha a disposizione software specifici non può far conti che per giochi assolutamente banali, e magari questi conti non sono nemmeno troppo semplici. Calcolare le strategie miste per un gioco a due giocatori che hanno 3 strategie pure a disposizione ciascuno, ad esempio, è un calcolo lungo e noioso, nonostante il numero enormemente limitato delle azioni a disposizione dei giocatori. E se date un'occhiata al box di pagina 20 ci trovate una storia interessante sul gioco della dama. Al di là di questo aspetto, una domanda assolutamente importante da porsi di fronte a questa teoria tutto sommato dalle origini molto recenti è la seguente: che affidabilità ha una teoria matematica del genere?