Cambia il mondo della Ricerca e l'Italia si adegua

30/06/2011
E' stato pubblicato dalla Royal Society di Londra il rapporto internazionale "Knowledge, networks and nations. Global scientific collaboration in the 21st century" nel quale si indagano e analizzano i cambiamenti del mondo della ricerca nel corso degli ultimi anni.
Primi dati che balzano all'occhio sono: l'aumento del numero di ricercatori (nel 2002 erano 5,7 milioni e adesso oltre sette milioni), l'aumento degli investimenti di quasi il 45% nel quadriennio 2002-2007 e l'incremento della produzione scientifica mondiale (+50%).

Dai dati si nota che le collaborazioni fra scienziati di diverse nazionalità sono cresciute, come è cresciuto il numero di paesi in cui la Scienza è diventata un "mestiere". Si è infatti modificato lo scenario mondiale della scienza: ad oggi la Cina il paese che ospita più scienziati al mondo (1,5 milioni, contro i 1,4 degli Usa e i 1,3 dell’Europa).
In questo stravolgimento dei pesi e dei ruoli delle comunità scientifiche internazionali, l'Italia ha saputo adeguarsi bene. I nostri ricercatori hanno incrementato le produzioni scientifiche del 4% annuo (i migliori fra i paesi del G8), conservato la quota di articoli scientifici prodotti (3,5% del totale) e aumentato il numero di collaborazioni internazionali.

Un ottimo risultato se consideriamo che gli altri paesi non sono riusciti a fare altrettanto e che la ricerca in Italia è stata vittima di tagli pesanti e accuse (a quanto pare infondate) di negligenza.