Cervelli americani in fuga verso il CERN

29/04/2011

In un articolo apparso su la Repubblica del 27 aprile si legge che, a causa del mancato rinnovo dei fondi pubblici, a fine anno chiuderà la macchina Tevatron (acceleratore ad aver effettuato le prime collisioni di particelle negli anni '80) del laboratorio Fermilab di Chicago. Al contrario funziona a pieno ritmo l'acceleratore Lhc del CERN di Ginevra che va avanti nella ricerca del bosone di Higgs, detta la "particella di Dio", che spiegherebbe il mistero della massa mancante dell'universo.

Il declino del Fermilab e l'ascesa del CERN alimenterà una migrazione (contraria dal solito) di fisici dal Nuovo al Vecchio continente. Il direttore della ricerca del CERN Sergio Bertolucci afferma: "Già alcune centinaia di scienziati del Fermilab hanno ottenuto l'affiliazione a uno degli esperimenti del Cern. E' chiaro infatti che Lhc sarà la macchina del futuro". Grande delusione proviene invece dagli ambienti americani: "L'amarezza c'è, non possiamo nasconderla. - ammette Giorgio Bellettini, professore emerito dell'Università di Pisa e pioniere del Tevatron - Eravamo alle soglie di scoperte importanti, in procinto di poter dare indicazioni sul bosone di Higgs. Fermarsi ora è molto triste".

La Fisica moderna necessita di grandi finanziamenti e il CERN, che rappresenta una realtà globalizzata che riceve finanziamenti da molti stati europei, procede nei suoi molti esperimenti e nello studio e analisi dei dati prodotti. Conclude Sergio Bertolucci: "Con le sue scoperte, l'acceleratore del Cern indicherà la strada da seguire in futuro. A quel punto saranno forse gli Stati Uniti a realizzare l'apparecchio della prossima generazione. E noi fisici non ci faremo problemi a fare le valigie per l'ennesima volta".