I diamanti sono i migliori amici dei computer

12/01/2011

Un esperimento tutto italiano, condotto tra Torino e Firenze, ha l'obiettivo di creare i primi computer quantistici "capaci di compiere in un secondo - afferma Paolo Olivero, ricercatore del Dipartimento di fisica sperimentale dell'Università e Infn di Torino - calcoli che uno odierno farebbe in alcuni anni". Il team di scienziati, che oltre Olivero comprende Federico Bosia del dipartimento di fisica teorica dell'Università e Infn di Torino e i colleghi del Laboratorio per i beni culturali (Labec) dell'Infn di Firenze, l'Istituto nazionale di ottica del Cnr e i Dipartimenti di energetica e fisica dell'Università di Firenze, ha pubblicato lo studio sulla prestigiosa Physical Review Letters.

I calcolatori del futuro abbandoneranno il cuore di silicio per averne uno in diamante, i cui centri di luminescenza, cioè laddove avviene il luccichio dei colori dell'arcobaleno, avranno la funzione di centri di calcolo delle informazioni che trasporta. Infatti il raggio di luce è veicolo di numerose informazioni (presenza o meno di luce, spin elettronico, stati di polarizzazione) e una volta fatto passare nei centri di luminescenza, attraverso microgallerie all'interno del diamante, i fotoni cambiano stati quantici fornendo i segnali sfruttabili da questo nuovo modello d'informatica.

schema del funzionamento del processore in diamante

 

Le applicazioni sono molte sottolinea Olivero: "Dati importanti che circolano su Internet, come i numeri delle carte di credito, i certificati di identità o i codici d’accesso alle banche d’informazioni, sono informatizzati con tecniche impossibili da decodificare in tempi ragionevoli, a meno di disporre una tecnologia come la computazione quantistica".