TeatroinMatematica: APPUNTAMENTO AL LIMITE – Il calcolo sublime

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Lunedì 27 gennaio 2014, ore 19.30

Teatro Carcano di Milano

TeatroinMatematica

 

Ore 19,30:

Aperitivo Matematico “Anche l’infinito ha i suoi limiti”. Con Sergio Rinaldi, ingegnere, matematico applicato e Tullia Norando, matematica, del Politecnico di Milano.

Un viaggio affascinante attraverso le molteplici discipline in cui entrano le idee e i metodi infinitesimali, le cui applicazioni fanno parte ormai della nostra vita quotidiana. L’invenzione del calcolo infinitesimale, accanto alla geometria euclidea, è la più grande creazione di tutta la matematica, che accoglie così i procedimenti infiniti, cui il concetto di limite dà diritto di cittadinanza, strappandoli alla vaghezza e dalla contraddittorietà, rendendoli rigorosi, praticabili. Ma … anche l’infinito ha i suoi limiti!

 

Ore 20,30:

APPUNTAMENTO AL LIMITE – il calcolo sublime

Drammaturgia a cura di Riccardo Mini – Regia di Valentina Colorni. Consulenza matematica di Tullia Norando e Paola Magnaghi.

Il calcolo infinitesimale è una delle teorie che più ha arricchito la matematica moderna e determinato il progresso scientifico, in quanto è in grado di interpretare il continuo e il movimento. Newton e Leibniz ne sono indiscutibilmente riconosciuti come gli scopritori, ma per rintracciarne le origini bisogna risalire fino ai geometri greci dell’antichità, inoltrarsi nel progredire del concetto di numero sino ad arrivare alla sintesi tra geometria e algebra di Cartesio.

Poi ancora bisogna conquistare il concetto di funzione, superare lo scoglio dell’infinitamente grande e dell’infinitamente piccolo, entrare d’un tratto nel concetto di limite. I matematici e i filosofi che hanno portato avanti le idee di Newton e di Leibnitz sono arrivati a offrirci una teoria ben costruita, logicamente ineccepibile, ma ancora ricca di frutti da cogliere. Davvero il calcolo infinitesimale è, come si diceva ancora sino al XIX secolo, il calcolo sublime nel senso etimologico del termine e cioè ciò che arriva sino alla soglia più alta. La nascita dell’analisi matematica coincide con il definitivo stringersi del legame tra matematica e fisica, quindi tra matematica e scienza moderna; è alfabetizzazione scientifica. Ed è anche importante conoscere qualche aspetto storico del nascere e dello svilupparsi del calcolo infinitesimale, grazie al quale sono entrati a fa parte della matematica, in modo pervasivo, i procedimenti infiniti.

Appuntamento al limite esplora questi temi in chiave teatrale, partendo appunto dall’idea di limite, inteso come non-luogo estremo verso cui tendiamo senza potervi giungere, nel quale la realtà che conosciamo cambia natura, e i rapporti si trasformano: una soglia proibita che conduce ad un mondo capovolto e magico dove, come nel teatro, “tutto è finto, ma niente è falso”.

In un luogo imprecisato una coppia di attori sta provando una scena ambientata all’epoca dell’infanzia di Newton. Eppure, qualcosa non torna. Gli attori sono lì quasi loro malgrado, come fossero costretti a recitare una parte che non capiscono, guidati da un regista intransigente, che li costringe a ripetere la scena all’infinito, come se la scena nascondesse qualcosa.

C’è una società in declino, sottilmente oppressiva, che fa del controllo costante degli individui lo strumento per mantenere il consenso. Gli attori in scena si muovono tra questi due mondi in un gioco di specchi paralleli, cercando, nella dimensione teatrale, un incontro tra la visione matematica e quella psicologica di limite, relazione, infinito.

Nelle scene emergono poco a poco le relazioni che legano i personaggi, le dinamiche dei loro sentimenti, i mutamenti causati dal cambiamento di alcune condizioni. Si tratta della forma teatrale in cui si possono esprimere alcuni dei concetti fondamentali del calcolo infinitesimale quali funzione, continuità, derivata, sistemi dinamici e, sopra a tutti, il concetto di limite.

I sentimenti dei personaggi sono descritti attraverso funzioni che ne registrano i mutamenti, da un’iniziale apatia all’amore, dall’amore all’aperta avversione. Funzioni, il cui andamento si rivela poco a poco, attraverso l’analisi di alcuni elementi che via via si evidenziano in scene successive. Le dinamiche reciproche modellano i rapporti di coppia sia per gli attori che per i loro personaggi portandoli verso un destino solo accennato ma ugualmente prevedibile. Quel destino che si può interpretare come il limite cui ciascuno si sta avvicinando. L’esperienza di andare verso il proprio limite ed eventualmente raggiungerlo rappresenta per ciascuno dei personaggi il momento di non ritorno della relazione con l’altro che lo definisce.