Antomia di un genio

26/11/2012

Un gruppo di ricercatori dell’Università della Florida guidato da Dean Falk  ha analizzato al dettaglio 14 foto inedite del cervello di Albert Einstein, scoprendo alcune caratteristiche anatomiche potenzialmente in grado di spiegare la genialità del grande scienziato. Queste immagini risalgono all'autopsia effettuata dal patologo Thomas Harvey dopo la morte di Einstein, il quale ne prelevò il cervello, lo fotografò da ogni angolazione, lo sezionò in 240 parti e lo inserì in una sostanza simile alla resina, ricavando così oltre 2000 sezioni che inviò a diversi colleghi affinché analizzassero la struttura del cervello del fisico tedesco.

Dall’analisi di questi dati sono stati pubblicati sei studi scientifici: uno, nel 1999, aveva indicato la presenza di un maggior numero rispetto alla media di cellule gliali (che assieme ai neuroni costituiscono il sistema nervoso) nel lobo parietale del cervello, mentre un altro del 2009 rilevava che i lobi parietali presentavano una struttura anomala, probabile causa della capacità di concettualizzare i problemi fisici.

Nel nuovo studio, il gruppo di ricercatori ha confrontato il cervello di Einstein con quello di altri 85 individui e, nonostante il peso inferiore rispetto alla media (1,23g contro gli 1,5g della media), alcune delle aree presentano circonvoluzioni molto più numerose rispetto al consueto, come se il suo cervello si fosse sviluppato in termini di complessità. Inoltre la corteccia prefrontale (regione associata con la pianificazione e l'attenzione) e alcune regioni dell'emisfero sinistro (coinvolte nel controllo motorio e nella gestione di alcuni input sensoriali) risultano particolarmente allargate.

Secondo Falk “potrebbe darsi che [Einstein] utilizzasse la sua corteccia motoria in modi nuovi e straordinari, connessi con le capacità di concettualizzazione astratta” e aggiunge che “in qualche modo Einstein programmò da solo il suo cervello e, vivendo in un periodo in cui il campo della fisica era pieno di intuizioni pronte per dare i loro frutti, si trovò ad avere il cervello giusto nel tempo e nel posto giusto”.

Foto del cervello di A. Einstein