Jane Austen e la Teoria dei giochi

13/05/2013

E' possibile che Jane Austen, scrittrice inglese che visse a cavallo del XVIII e XIX secolo, autrice di celebri romanzi quali Ragione e sentimento, Orgoglio e pregiudizio ed Emma, abbia per prima introdotto e descritto la Teoria dei giochi?

Come è noto la moderna Teoria dei giochi risale al 1944 con la pubblicazione di "Teoria dei giochi e comportamento economico" di John von Neumann, opera nella quale si modellizzano le interazioni umane come una serie di mosse e contromosse volte a massimizzare il proprio payoff (ricavo). Da allora la disciplina ha prosperato e ha aiutato a comprendere e analizzare le più disparate situazioni come le scelte di politica nucleare, il destino dei movimenti di protesta, la compravendita di azioni e i comportamenti dei predatori.

Ma secondo Michael Chwe, professore associato di scienze politiche presso l'Università della California, nel recente articolo intitolato "Jane Austen, Game Theorist", è proprio la scrittrice inglese la fondatrice della disciplina matematica, applicata nei suoi scritti alla soluzione delle guerre sociali del XVIII secolo. Chwe sostiene che la Austen gettò consapevolmente le basi filosofiche per una nuova teoria dell'azione strategica: primo fra tutti il concetto di "stupidità". Infatti la maggior parte della teoria dei giochi tratta i giocatori come ugualmente "razionali", ma in molte situazioni sono coinvolti soggetti con livelli diversi di pensiero strategico e a volte una parte in gioco può mancare di certe capacità.

Come esempio Chwe considera la scena di Orgoglio e pregiudizio in cui Lady Catherine de Bourgh esige che Elizabeth Bennet prometta di non sposare il signor Darcy. Elizabeth rifiuta tale promessa e Lady Catherine riporta l'accaduto al signor Darcy come un esempio della sua insolenza, non rendendosi conto che lei stessa sta aiutando la giovane Bennet, fornendo al signor Darcy l'informazione che Elisabeth è ancora interessata a lui. Questo - secondo l'autore - è un classico caso di stupidità perché "Lady Catherine non pensa lontanamente che Elizabeth, a lei socialmente inferiore, sia in grado di manipolarla".

Qui l'articolo completo sulla bizzarra teoria di Michael Chwe apparso sul The New York Times.

Jane Austen