La Legion d'onore ad Alessandra Carbone
Tra le personalità premiate con la Legion d'onore della Repubblica francese (analogo del Cavalierato italiano) durante la tradizionale cerimonia di inizio anno, l'unica donna a ricevere l'onorificenza è stata Alessandra Carbone, milanese e matematica docente presso il Dipartimento di Informatica dell'Università Pierre e Marie Curie di Parigi.
Dopo un dottorato in Matematica alla City University di New York, la Carbone ha lavorato come ricercatrice e docente universitaria in diversi atenei parigini. Attualmente tiene corsi di Bioinformatica, modellizzazione e biomatematica, occupandosi di ricerca nell'ambito dei metodi combinatori e statistici nella biologia molecolare, degli algoritmi nella biologia computazionale, delle nanotecnologie legate al DNA e delle teorie dei grafi e della complessità. Alessandra Carbone è referente del laboratorio di Genomica dei microrganismi dell'ateneo parigino finanziato dal Ministero francese della Ricerca nell'ambito dei Programmi di eccellenza in Bioinformatica; come lei stessa ha dichiarato: "Il mio gruppo lavora su vari problemi all'interfaccia della Matematica e dell'Informatica con la Biologia. Tra i vari lavori, stiamo studiando problemi sulle interazioni proteina-proteina".
Alessandra Carbone durante la cerimonia di nomina della Legion d'onore
Raggiunta per email dal quotidiano Il Sole 24 Ore ha sostenuto il ruolo chiave ricoperto dagli italiani all'estero: "Nel passato il riconoscimento è stato dato ad altri italiani e lo sarà anche in futuro. Siamo veramente molti a lavorare in Francia e siamo stati reclutati per le nostre competenze. Credo sia importante ribadire che gli italiani occupano posti di primo piano in tutto il mondo e che i loro risultati sono riconosciuti". Per quanto riguarda la situazione italiana, la ricercatrice si augura che "in Italia si ritorni a credere nella ricerca e darle le opportunità che merita con i dovuti finanziamenti. Sono investimenti per il futuro senza i quali il Paese non può evolvere. In Italia, e nel mondo, la ricerca sta passando dei momenti molto molto difficili. Quella scientifica, così come quella letteraria, è fondamentale per lo sviluppo della nostra società. I governi non possono permettersi di dimenticarlo. E' senza dubbio difficile per i politici rendersi conto che i processi di scoperta sono lenti e richiedono anni di pensiero e di sforzo. L'Italia per anni ha permesso ai suoi dottori di crescere in questa libertà, lo dimostrano gli innumerevoli ricercatori e professori che occupano posizioni di rilievo in tutte le università del mondo. Spero torni a farlo".