La Matematica italiana è prima in Europa
L’European Research Council (ERC) ha reso noti i nomi dei vincitori dei “Grants 2011”, ossia 480 borse di studio assegnate ad altrettanti scienziati europei per un totale di 680 milioni di euro. Se osserviamo la ripartizione delle borse ci accorgiamo che l’Italia si colloca al terzo posto - dietro Germania e Gran Bretagna - come numero di scienziati vincitori (49), mentre scende al quinto se guardiamo il numero di sedi in cui verranno svolti i progetti di ricerca.
Abbiamo una bella sorpresa se invece andiamo a guardare i “Grants” assegnati per la Matematica. Su un totale di 23 borse di studio l’Italia ne ottiene 5 superando così tutte le altre nazioni europee. Una borsa a testa verrà assegnata a La Sapienza di Roma (Paul Joseph Wollan, per uno studio sulle tecniche combinatorie) e all’Università di Trento (Michael Dumbser per uno studio sui metodi fisico matematici per la cosmologia), mentre ben 3 “grants” saranno date al Dipartimento di Matematica dell’Università “Tor Vergata” di Roma rispettivamente a Filippo Bracci (per uno studio sulle relazioni tra equazioni di evoluzione e la geometria), Domenico Marinucci (per uno studio sui metodi probabilistici con applicazioni alla cosmologia) ed Enrico Valdinoci (per uno studio sulle proprietà geometriche e le simmetrie delle transizioni di fase).
Questi successi del Dipartimento di Tor Vergata confermano altri riconoscimenti internazionali ottenuti, infatti dal 2007 è considerato una delle 20 strutture di eccellenza in Europa per la Matematica. Il direttore del Dipartimento, il professor Domenico Marinucci crede che “questi risultati siano il frutto di una attenta politica di internazionalizzazione e perseguimento della meritocrazia. Ad esempio, il Dipartimento negli anni ha cercato di sfruttare al massimo gli strumenti legislativi per il reclutamento di docenti stranieri ed include quindi all’interno del suo corpo docente professori ordinari di nazionalità inglese, olandese, tedesca, rumena, ungherese ed argentina, oltre a numerosi docenti italiani rientrati da posizioni accademiche in istituzioni estere. Il corpo studentesco a livello di dottorato è ancora più variegato”.
Quindi nella valorizzazione della ricerca si trova la chiave del successo italiano. Conclude Marinucci: “Sviluppare un’atmosfera generale in cui i risultati della ricerca siano riconosciuti e rispettati da tutti è forse il fattore più importante. Si crea in questa maniera un circolo virtuoso in cui tutti sono stimolati a dare il meglio di sé ed ad indirizzare le proprie energie verso obiettivi scientifici, evitando sentimenti di rassegnazione che potrebbero apparire naturali in un contesto difficile come quello attuale”.