ScienzaInScena - Ipazia. La nota più alta

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8 - 17 marzo 2012

Teatro OSCAR, Milano

 

IPAZIA. LA NOTA PIÙ ALTA

Ideazione Maria Eugenia D’Aquino, regia Valentina Colorni, drammaturgia Tommaso Urselli, con Maria Eugenia D’Aquino.

Anno 2415. Una grande biblioteca, un immenso archivio, un anfratto spazio-temporale in cui misteriosamente sono stati custoditi i cinquecentomila volumi del Museo di Alessandria, la biblioteca più grande del mondo, dove un incendio rischiava di distruggere l’immensa mole di conoscenza custodita. La protagonista, una delle Ipazie possibili, agisce in questo archivio d’informazioni che diviene il suo personale teatro: prendono corpo, voci, personaggi ed episodi in una narrazione per frammenti che procede non secondo una logica temporale.

L’Ipazia storica era una filosofa neoplatonica, seguace di Plotino. Poco si sa delle sue opere e della sua vita, se non che trovò la morte, il suo corpo, scorticato e smembrato, bruciato su un rogo per mano di chi non ne apprezzava la sete di conoscenza. La sua figura ha continuato a risuonare ed è giunta fino a noi ispirando poeti di ogni tempo. “Le loro voci saranno guida in questo viaggio – suggerisce Tommaso Urselli drammaturgo - insieme ad una delle possibili interpretazioni del suo nome, Ipazia: la nota più alta della scala musicale greca”. “La musica – composta per lo spettacolo, spiega l’autore Maurizio Pisati - è qui una ricerca parallela che tocca anche zone inudibili, percorre le regioni estreme delle onde sonore dove abita la nota più acuta, lontana dai suoni che in contrappunto rotolano sul palcoscenico, gravi e sperduti”.