Una mostra a Roma su Vito Volterra

13/09/2016

Si è inaugurata ieri, nell'ambito del Festival internazionale di letteratura e cultura ebraica, la mostra: "Vito Volterra. Il coraggio della scienza", che resterà aperta fino al 9 novembre presso il Museo Ebraico di Roma.

L'esposizione, progettata e organizzata dall'Ufficio stampa CNR, ripercorre le tappe salienti della vita dello scienziato anconetano attraverso documenti, immagini, oggetti e video. Dagli anni giovanili (vinse la cattedra all'Università di Pisa a 23 anni) all’eredità scientifica, dalla sua statura di scienziato internazionale al trasferimento a Roma, dai momenti privati come il matrimonio con Virginia Almagià e i soggiorni nel villino di Ariccia alle cariche nelle più prestigiose istituzioni italiane e mondiali. Dall'impegno come volontario nella Grande Guerra, alla nascita del Consiglio Nazionale delle ricerche nel 1923, fino al periodo del Fascismo: Volterra firmò il Manifesto degli intellettuali antifascisti e rifiutò di prestare il giuramento di fedeltà imposto dal regime ai professori universitari, subendo l'estromissione da tutti gli incarichi pubblici. Le sue condizioni di vita peggiorarono con l'emanazione delle leggi razziali nel 1938.

La mostra è curata da Sandra Fiore e Maurizio Gentilini, con il coordinamento di Marco Ferrazzoli e la collaborazione, tra gli altri, dell'Accademia dei Lincei (da dove proviene la maggior parte dei documenti) di Virginia ed Enrico Volterra, Roberto Natalini direttore dell'Istituto per le applicazioni del calcolo "M. Picone" (IAC), Giovanni Paoloni dell'Università "La Sapienza" di Roma.

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