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Parlare di pace è sempre critico. Da un lato c'è una certa ambiguità della parola pace, parola spesso abusata. Già se ne era accorto, nel primo secolo, Tacito che nel capitolo 30 dell'Agricola mette in bocca a un capo dei britanni, Calgaco, queste parole con riferimento ai romani: “infine, dove fanno il deserto, dicono che è la pace".

La breve e calda (non foss'altro perché siamo in estate) campagna elettorale è appena iniziata, ma è evidente come si stiano creando due blocchi contrapposti che si sfideranno per il governo del Paese. Un passo inevitabile sarà la cosiddetta "corsa al centro" dei candidati che non è affatto una semplice consuetudine elettorale, ma è proprio un teorema che la matematica ci spiega.

Lo scorso 3 aprile il presidente degli Stati Uniti ha annunciato il “Liberation Day”, ovvero un grande aumento dei dazi per tutte le merci straniere importate negli USA. I dazi, che sono i più alti mai imposti da inizio Novecento, saranno in vigore dal 9 aprile e saranno diversificati nei confronti di oltre 100 Paesi. La Casa Bianca si è affrettata a giustificare matematicamente i dazi imposti con una formula che tanto fa discutere gli analisti. Vediamola in dettaglio.