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Nicoletti Onorato

Onorato Nicoletti era nato a Rieti il 21 giugno 1872; è morto a Pisa il 31 dicembre 1929.
Si laureò a Pisa (dove era stato allievo della "Normale") nel 1894 e, dopo un periodo di perfezionamento e breve insegnamento all'Istituto tecnico di Roma, nel 1898 fu nominato (in seguito a concorso) professore di Calcolo all'Università di Modena da dove, due anni dopo, tornò a Pisa per rimanervi sino alla precoce morte. Vi insegnò prima Algebra e poi, dopo la morte di Ulisse Dini, Calcolo infinitesimale.
I suoi lavori concernono sia l'Analisi algebrica sia quella infinitesimale. In Algebra, si occupò principalmente di alcune equazioni connesse con le matrici hermitiane e della convergenza di algoritmi iterativi di un tipo molto generale. Nell'Analisi infinitesimale, si interessò particolarmente della teoria delle equazioni differenziali, sia ordinarie sia alle derivate parziali. Si interessò pure molto di questioni didattiche e pubblicò, con vari collaboratori, apprezzati testi per le scuole medie.
Necrologio: Bollettino UMI, 9 (1930) p. 53 e pp. 121-124 (R. Marcolongo e F. Cecioni).
Brusotti Luigi

Luigi Brusotti era nato a Pavia l'11 settembre 1877; è morto a Padova il 30 aprile 1959.
Laureatosi a Pavia nel 1899, dopo un anno di perfezionamento a Pisa, fu per 5 anni assistente di Berzolari, Formenti e Aschieri all'Università di Pavia. Successivamente insegnò per 20 anni nelle scuole medie e in ultimo all'Istituto tecnico di Pavia. Nel 1926, in seguito a concorso, fu nominato professore di Geometria all'Università di Cagliari da dove, nel 1928, passò a Pisa e nel 1931 a Pavia, dove rimase sino al collocamento a riposo (1952).
Luigi Brusotti
Fu un geometra con brillanti qualità di semplicità, di chiarezza e di autonomia di pensiero. Fra le sue pubblicazioni, prevalgono quelle sullo studio di curve e superfici nel campo reale e tre magistrali articoli nell'Enciclopedia delle Matematiche Elementari. Oscar Chisini ha scritto di lui "Fu un vero signore dell'Ottocento con tutti i pregi di tale epoca ormai lontana".
Fu socio dell'Istituto Lombardo e dell'Accademia Nazionale dei Lincei.
Necrologio: "Rendiconti Lincei", (8) 28 (1960), pp. 731-36 (O. Chisini); "Bollettino UMI", (3) 14 (1959), pp. 287-294 (V.E. Galafassi).
Bagnera Giuseppe

Giuseppe Bagnera era nato a Bagheria (Palermo) il 14 novembre 1865; è morto a Roma il 12 maggio 1927.
Si laureò a Palermo, in Ingegneria nel 1890 e in Matematica nel 1895, dove fu allievo di Ernesto Cesàro. Dopo alcuni anni passati nell'insegnamento medio, nel 1899 ottenne la libera docenza in Algebra e fu "spinto" dal suo maestro, Francesco Gerbaldi, a partecipare ai concorsi universitari. Nel 1901 fu nominato professore all'Università di Messina dove rimase sino al 1909, salvandosi dal terremoto del 28 dicembre 1908 perché, recatosi a Palermo a passarvi il Natale, la sera del 27 non riuscì a prendere il treno che avrebbe dovuto riportarlo a Messina appena prima di quella immane catastrofe! Dal 1909 al 1921 fu professore di Analisi all'Università di Palermo da dove, al principio del 1922, si trasferì a quella di Roma per impedire che la cattedra di Analisi cambiasse destinazione disciplinare.
Giuseppe Bagnera
La sua produzione scientifica è numericamente scarsa, ma di qualità eccellente. Si occupò principalmente di teoria dei gruppi finiti e, assieme a Michele de Franchis, di superfici algebriche e funzioni abeliane. Fu altresì autore di alcuni significativi trattati, in particolare il "Corso di Analisi Infinitesimale" pubblicato a Palermo nel 1915.
Fu socio dell'Accademia Lincei, premio Bordin dell'Académie des Sciences di Parigi (1909), professore onorario della Università di Washington.
Necrologio: "Rendiconti Lincei", Append. al vol. (6) 8 (1928), pp. XII-XX (F. Severi).
Geymonat Ludovico

Ludovico Geymonat era nato a Torino l’11 maggio 1908; è morto a Milano il 29 novembre 1991.
Si era formato all’Università di Torino avendo fra i suoi maestri Giuseppe Peano per Matematica e Annibale Pastore e Erminio Juvalta per Filosofia. Si era laureato infatti in Filosofia nel 1930 e in Matematica nel 1932 (con una tesi di Analisi). Dopo un periodo di studio a Vienna con Moritz Schlick, nel 1949 divenne professore ordinario di Filosofia a Cagliari. Nel 1952 si trasferì alla cattedra di Storia della Filosofia dell’Università di Pavia per passare poi (1956) a ricoprire la prima cattedra di Filosofia della Scienza a Milano.
Francobollo commemorativo di Ludovico Geymonat
La sua nutrita produzione della piena maturità (Studi per un nuovo razionalismo, 1945; Saggi di Filosofia neorazionalista, 1953; Filosofia e filosofia della scienza, 1960; Scienza e realismo, 1977) ha rappresentato in Italia uno stimolo efficace in un settore di ricerche di grande rilievo nella discussione teorica contemporanea. Consapevole del carattere storico della evoluzione scientifica, ha dato importanti contributi alla storia della Matematica e del pensiero scientifico e filosofico. Ricordiamo: Storia e filosofia dell’analisi infinitesimale (1947), Galileo (1957), Storia della matematica (1962) e la monumentale Storia del pensiero filosofico e scientifico (1970-1972).
Necrologio: Lettera Matematica Pristem, n. 4 (1992).
"Un ricordo di Ludovico Geymonat" di Angelo Guerraggio
Tedone Orazio

Orazio Tedone era nato a Ruvo di Puglia (Bari) il 10 maggio 1870; è morto a Pisa, vittima di un tragico incidente alla stazione ferroviaria, mentre scendeva da un treno, il 18 aprile 1922.
Laureatosi nel 1892 a Pisa, dove era stato allievo per due anni della Normale, e ottenuto un posto della fondazione Lavagna, fu dapprima assistente e incaricato di Meccanica razionale in quell'Università. Passò poi nelle scuole medie, insegnando da ultimo all'Istituto Tecnico “Cattaneo” di Milano. Nel 1899 fu nominato professore di Analisi superiore all'Università di Genova dove, nel 1902, passò sulla cattedra di Meccanica razionale avendo anche l'incarico dell'insegnamento di Fisica matematica. Nel 1922 fu chiamato all'Università di Napoli ma, mentre si accidendeva a raggiungere la città per predisporre il trasferimento della sua famiglia, fu travolto da un treno nella stazione di Pisa e morì poco dopo all'ospedale.
Orazio Tedone
Lasciò una cinquantina di lavori di Meccanica, Fisica matematica e questioni attinenti di Analisi - quali equazioni a derivate parziali di tipo iperbolico ed equazioni integrali - fra cui prevalgono quelli sulla Teoria matematica dell'elasticità e quelli sulle equazioni di Maxwell-Hertz del campo elettromagnetico.
Fu socio dell'Accademia dei Lincei e medaglia d'oro della Società dei XL.
Necrologio: “Rend. Lincei”, (5) 32 (19231), pp. 173-182 (C. Somigliana); v. pure: F. Sbrana, Il matematico pugliese Orazio Tedone, Conf. Semin. Mat. Bari, 1954; 20 pp.
Opere scelte: a cura della Facoltà di Scienze di Genova (Roma, Cremonese, 1956).
Tricomi Francesco

Francesco Tricomi, nato a Napoli il 5 maggio 1897, è noto per i suoi studi in Analisi in particolare sulla teoria delle equazioni alle derivate parziali del secondo ordine.
Tricomi studiò inizialmente all'Università di Bologna per poi trasferirsi a quella di Napoli dove si laureò in Matematica nel 1918. Dopo la laurea ottenne i primi incarichi accademici a Padova e Roma, dove fu assistente di Francesco Severi. Nel 1925 l'Università di Firenze gli offrì la cattedra di Matematica che Tricomi accettò ma che lasciò pochi anni dopo per raggiungere Giuseppe Peano all'Università di Torino, dove tenne per tutta la sua carriera (fino al 1967) il corso di Analisi infinitesimale. Uno dei primi lavori pubblicati da Tricomi, risalente al 1923, riguarda lo studio delle equazioni alle derivate parziali miste, in particolare affrontò yuxx + uyy = 0, ora nota col nome di equazione di Tricomi. Tale equazione ha assunto importanza solo in tempi più recenti perché efficace nel descrivere il moto degli oggetti a velocità supersonica.
Francesco Tricomi
Durante la seconda guerra mondiale la sua attività subì un'interruzione. Dal 1943 al 1945 e dal 1948 al 1951 Tricomi si trasferì al California Institute of Tecnology di Pasadena per collaborare alla stesura del manuale di funzioni speciali voluto dal matematico inglese Harry Bateman (al progetto collaborarono anche Arthur Erdélyi, Wilhelm Magnus e Fritz Oberhettinger). Il gruppo di matematici produsse tre volumi intitolati "Higher Transcendental Functions" e due volumi di "Tables of Integral Transforms".
Ritornato in Italia scrisse numerosi trattati e manuali di grande chiarezza, alcuni dei quali sono stati tradotti in inglese, francese, tedesco e russo. Fu anche autore di una serie di biografie dei matematici italiani del primo secolo dell'unità d'Italia (Matematici italiani del primo secolo dell'Italia unita, Torino, 1961).
E' stato socio dell'Accademia nazionale dei Lincei e dell'Accademia delle Scienze di Torino (di cui fu anche presidente) e ricevette la medaglia d'oro per la Matematica dell'Accademia Nazionale dei XL. Francesco Tricomi è morto a Torino il 21 novembre 1978.
Riccardi Pietro

Pietro Riccardi era nato a Modena il 4 maggio 1828; vi è morto il 30 settembre 1898.
Laureato in Matematica a Bologna nel 1848 e nel 1851 in Ingegneria, fu inizialmente ufficiale del Genio. Nel 1859 fu nominato professore di Geodesia nell'Università di Modena da cui, nel 1877, passò alla Scuola degli Ingegneri di Bologna ritirandosi dall'insegnamento nel 1888.
Pietro Riccardi
Riccardi fu soprattutto uno storico della matematica. La sua Biblioteca mathematica italiana (1870-91), cui dedicò 25 anni d'indefesso lavoro, contiene indicazioni accurate su oltre 8000 opere matematiche italiane fino a tutto il secolo XVIII. E' notevole anche la sua Storia della Geodesia in Italia, a cui lavorò dal 1865 al 1889.
Fu socio, tra le altre, delle Accademie di Modena e di Bologna.
Necrologio: "Boll. St. Sci. Mat." (di Loria), 2 (1899), pp. 23-29 (Pantanelli).
Volterra Vito

Vito Volterra era nato ad Ancona il 3 maggio 1860; è morto a Roma l'11 ottobre 1940.
Evitò di doversi impiegare, dopo aver ultimato I'Istituto Tecnico di Firenze, per merito di Antonio Roiti che lo nominò, non ancora studente universitario, “preparatore” nell'Istituto Fisico di Firenze. L'anno successivo vinse il concorso per la “Normale” di Pisa, dove si laureò in Fisica nel 1882, divenendo subito assistente di Enrico Betti. Nel 1883, a soli 23 anni, vinse il concorso per la cattedra di Meccanica razionale dell'Università di Pisa, dove restò 10 anni. Nel 1893 venne chiamato a Torino a succedere a Francesco Siacci e nel 1900 passò a Roma come successore di Eugenio Beltrami, divenendo poco dopo Senatore del Regno. Nel 1931 fu uno dei pochissimi professori universitari che rinunciarono alla cattedra per non giurare fedeltà al fascismo e fu uno dei pochi senatori indomabili nell'opposizione alla tirannia.
Fu socio di quasi tutte le accademie del mondo e presidente (1923-26) di quella dei Lincei. Fu direttore dal 1921 in poi del Bureau international des poids et mesures e dottore honoris causa di otto delle più celebri Università. Una strada di Ancona è a lui intitolata.
«L'opera scientifica di Vito Volterra è grandiosa, multiforme, altamente originale, e può stare degnamente fra quelle dei maggiori matematici che la storia scientifica ricordi. Dotato di una potenza analitica meravigliosa, di un ingegno creativo fortissimo, padrone come ben pochi della tecnica più raffinata del calcolo, fornito di una cultura estesissima, costruì teorie fondamentali, e le teorie seppe applicare alle più disparate e difficili questioni». (C. Somigliana).
Vito Volterra
Nel campo dell'Analisi il merito principale di Volterra è di essere stato uno dei principali fondatori dell'Analisi funzionale e della connessa Teoria delle equazioni integrali, di cui un tipo importantissimo porta il suo nome. Nel campo della Fisica matematica le sue ricerche più importanti riguardano, in ordine cronologico: la propagazione della luce nei mezzi birifrangenti, lo studio teorico degli spostamenti dei poli terrestri, lo studio dei fenomeni ereditari (isteresi), le distorsioni elastiche e la Teoria matematica (da lui fondata) della lotta per la vita, che ha trovato applicazioni anche in altri campi della biologia, per esempio nello studio del decorso delle epidemie.
Animato da sentimenti molto patriottici e da molta simpatia verso la Francia, Volterra fu molto attivo nella prima guerra mondiale, arruolandosi volontario a 55 anni e divenendo capitano di complemento del Genio. Fondò un Ufficio invenzioni e ricerche che, pur non dando alcun risultato immediato, fu l'embrione da cui poi nacque il Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Volterra fu forse il maggiore matematico italiano del primo secolo dello Stato, certo uno dei massimi.
Necrologio: “Acta Pont. Acad. Sci.”, 6 (1942), pp. 57-85 (C. Somigliana); “Ricerca Scient.”, 21 (1951), pp. 3-12 (G. Armellini); V. V. nel I° cent. della nascita, Accad. Lincei, Quad. n° 51 (1961) Commem. a cura di V. Arangio-Ruiz, G. Krall e altri ecc.
Opere: a cura dell'Accademia dei Lincei, 5 voll. (Roma, 1954-62).
Del Pezzo Pasquale

Pasquale Del Pezzo, Duca di Cajanello, il più napoletano dei matematici napoletani, nacque a Berlino (ove il padre era Ministro del Re di Napoli) il 2 maggio 1859 e morì a Napoli il 20 giugno 1936.
La sua prima moglie fu la scrittrice svedese Anne Charlotte Leffler, sorella del grande matematico Gösta Mittag-Leffler.
Laureatosi a Napoli, nel 1880 in Giurisprudenza e nel 1882 in Matematica, presto conseguì per concorso la cattedra di Geometria proiettiva nella Università di Napoli, in cui fu più volte rettore e preside di facoltà. Fu anche (1914-16) Sindaco della città e (dal 1919) Senatore del Regno.
Pasquale Del Pezzo
La produzione scientifica di Del Pezzo non è ampia, ma rivela ingegno acuto e penetrante, e il suo nome è ora ricordato soprattutto per le superfici che portano il suo nome, superfici aventi come sezioni piane delle curve ellittiche. Tuttavia fu uno dei più notevoli e autorevoli professori dell'Università di Napoli.
Necrologio: “Rendiconti Accademia Scienze Napoli”, (4) 8 (1938), pp. 162-167 (G. Gallucci).
Berzolari Luigi

Luigi Berzolari era nato a Napoli (ove il padre era in servizio come ufficiale di fanteria) il 1 maggio 1863; è morto a Pavia il 10 dicembre 1949.
Si era laureato nel 1884 a Pisa dove era stato allievo di Eugenio Bertini. Per alcuni anni fu poi assistente all'Università di Pavia e professore nei Licei di Pavia e Vigevano. Nel 1893, per concorso, divenne professore straordinario di Geometria proiettiva e descrittiva nell'Università di Torino da dove nel 1899, in seguito a nuovo concorso, passò a Pavia come ordinario di Algebra e Geometria analitica (poi di Analisi algebrica e infinitesimale). A Pavia rimase sino al collocamento a riposo nel 1935, salvo un anno (1924-25) trascorso come professore di Geometria superiore nella neo costituita Università di Milano. "A Pavia fu ripetutamente Preside di Facoltà e Rettore e, in quest'ultima carica, mostrò coraggio nei primi tempi del fascismo; poi però si perdè di coraggio e cessò ogni tentativo di resistenza" (F. Tricomi). Fu il secondo Presidente dell'UMI, succedendo nel 1933 al fondatore Salvatore Pincherle; fu anche presidente della "Mathesis" e anche il principale animatore dell'Enciclopedia delle Matematiche Elementari.
Luigi Berzolari
Malgrado abbia anche insegnato Analisi, Berzolari fu essenzialmente un geometra ed ebbe un ruolo notevole in un momento delicato dello sviluppo degli studi geometrici in Italia: il passaggio dall'indirizzo proiettivo (verso cui in fondo propendeva) a quello birazionale, di cui riconobbe subito l'importanza, e a quello differenziale-proiettivo di cui fu uno dei precursori.
Fu socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, dell'Istituto Lombardo. All'atto del suo collocamento a riposo gli fu dedicata una collectanea matematica a cui collaborarono una cinquantina di studiosi (Scritti matematici offerti a L. B., Pavia 1936).
Necrologio: "Rendiconti Lincei", (8) (1950) (E. Bompiani); "Bollettino UMI", (3) 5 (1950), pp. 1-19 (L. Brusotti).