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Sannia Achille

Achille Sannia era nato a Campobasso il 22 aprile 1823; è morto a Napoli l'8 febbraio 1892.
Dal 1856 diresse a Napoli una scuola privata di Matematica che, prima del '60, ebbe maggior prestigio ed efficienza dell'Università. Qui i suoi principali collaboratori furono Enrico D'Ovidio e Nicola Salvatore-Dino. Nel 1865, chiuso lo studio privato, Sannia passò ad insegnare Geometria proiettiva all'Università partenopea.
Ebbe varie cariche pubbliche, fra cui quella di Deputato al Parlamento per il collegio di Morcone (Benevento). Nel 1890 fu nominato Senatore del Regno.
Le sole pubblicazioni scientifiche di Sannia, che fu soprattutto un valente maestro, sono un trattato di Geometria proiettiva e un assai noto trattato di Geometria elementare in collaborazione col suo allievo D'Ovidio.
Fu socio dell'Accademia delle Scienze e della Società Pontaniana di Napoli. Un suo busto è conservato nella Scuola degli Ingegneri di Napoli.
Necrologio: “Rendiconti Circolo Matematico Palermo”, 6 (1892), pp. 48-51 (G. Torelli).
Vailati Giovanni

Giovanni Vailati era nato a Crema (Cremona) il 23 aprile 1863; è morto a Roma il 14 maggio 1909.
Laureatosi in Ingegneria e poi in Matematica a Torino, fu assistente di Giuseppe Peano, di cui senti grandemente l'influenza. Passò poi “alle dipendenze” di Vito Volterra, in quegli anni a Torino, e tenne dei corsi di Storia della meccanica con tre prolusioni (negli anni alla fine del secolo) che sono tra i suoi scritti più apprezzati. Lasciato il “precariato” universitario, Vailati passò all'insegnamento medio e da ultimo fu membro molto attivo di una Commissione reale per la riforma delle scuole secondarie italiane.
Giovanni Vailati
Vailati fu principalmente un filosofo e uno storico della Scienza, dotato di interessi culturali vastissimi, oltre che un poliglotta. La sua opera contribuì a mostrare la vanità di ogni studio della Storia della Filosofia che prescinda dalla Scienza e questa sua impostazione (che lo metterà in contatto, tra gli altri, con Federigo Enriques) era all’inizio del Novecento lungi dall'essere una verità da tutti accettata.
Necrologio: “Bollettini Conti”, 8 (1909), pp.206-216 (Peano, Marcolongo, Padoa, A. Conti).
Opere: Firenze, Seeber-Leipzig, Barth, 1911.
Rosati Carlo

Carlo Rosati era nato a Livorno il 24 aprile 1876; è morto a Pisa il 19 agosto 1929.
Laureatosi a Pisa nel 1897, allievo della "Normale" , fu dapprima (1897-99) assistente di Ulisse Dini per l'Analisi infinitesimale. Poi, insegnò per 24 anni nelle scuole medie; da ultimo, fu professore all'Istituto tecnico di Pisa finché nel 1923, risultato secondo nella terna di vincitori al concorso di Geometria proiettiva e descrittiva dell’Università di Parma, fu nominato docente di questa disciplina all'Università di Pisa, dove rimase sino alla prematura, improvvisa morte.
Carlo Rosati è autore di una ventina di lavori prevalentemente di Geometria algebrica, fra cui prevalgono quelli dedicati alla classificazione dei corpi di funzioni abeliane.
Necrologio: “Bollettino Matematico Conti”, 8 (1929), pp. 121-128 (L. Puccianti e G. Scorza).
Barsotti Iacopo

Iacopo Barsotti era nato a Torino il 28 aprile 1921; è morto a Padova il 27 ottobre 1987.
Aveva studiato alla "Normale" di Pisa e si era laureato nel 1942. Assolti gli obblighi militari, era tornato a Pisa come perfezionando alla stessa Normale. Fu assistente a Roma, con Francesco Severi, dal 1946 al 1948 e poi si trasferì negli Stati Uniti: dapprima come "fellowship" a Princeton e poi come "full professor" all'Università di Pittsburgh (fino al 1960) e alla Brown University. Primo ternato in un concorso di Geometria, fu chiamato a Pisa nel 1961 come docente di Geometria e, successivamente, di Algebra. Nel 1968 si trasferì a Padova, dove insegnò Geometria fino alla morte.
Iacopo Barsotti
La sua produzione scientifica, che conta una cinquantina di lavori, comprende contributi alla teoria delle algebre, ai fondamenti della Geometria algebrica e soprattutto, nell’ambito di queste discipline, risultati fondamentali relativi alle varietà abeliane e, più generalmente, alla struttura delle varietà gruppali. Di Barsotti va ricordata anche la costruzione di gruppi analitici associati alle varietà abeliane che sono oggi noti con il nome di gruppi di Barsotti-Tate e sono all’origine della cosiddetta coomologia cristallina. Di interesse sono anche gli studi connessi alle funzioni theta, da lui generalizzate introducendo la classe di funzioni tipo-theta. Le metodologie impiegate nei suoi lavori riflettono i contatti che egli aveva avuto con l'ambiente internazionale, cui si era forse accostato per superare il disagio che gli derivava dall’isolamento in cui per un certo periodo si era trovata la Matematica italiana.
Castelnuovo Guido

Guido Castelnuovo era nato a Venezia da Enrico, noto letterato, il 14 agosto 1865; è morto a Roma il 27 aprile 1952.
Dopo aver frequentato il Liceo “Foscarini” di Venezia (dove l'efficace insegnamento di Aureliano Faifofer contribuì ad indirizzarlo alla Matematica), si laureò a Padova nel 1886. Qui, tra gli altri, ebbe come maestro Giuseppe Veronese. Fu quindi a Roma per un breve periodo (1886-87) di perfezionamento sotto Luigi Cremona, per recarsi poi a Torino dove, dal 1887 al 1891, fu assistente di Enrico D'Ovidio e strinse amicizia con il quasi coetaneo Corrado Segre. Il periodo torinese fu determinante per il suo orientamento scientifico. Divenuto nel 1891 professore di Geometria all'Università di Roma, vi rimase per tutto il resto della sua lunga e fruttuosa carriera.
Castelnuovo fu, assieme a Corrado Segre, a Federigo Enriques (suo cognato) e a Francesco Severi, il fondatore della scuola italiana di Geometria algebrica che, per alcuni decenni, assicurò all'Italia una posizione di assoluto primato in questo settore della ricerca matematica. In particolare si debbono a Castelnuovo le condizioni necessarie e sufficienti per la razionalità delle superfici algebriche, la dimostrazione della razionalità dell'insieme delle involuzioni piane e lo studio approfondito delle superfici irregolari. L'attività di Castelnuovo nella Geometria algebrica si arresta però, salvo sporadici contributi posteriori, intorno al 1906. Nell'epoca successiva, il suo interesse fu attirato da altre questioni e principalmente dal Calcolo delle probabilità, a cui dedicò un trattato in due volumi (prima edizione 1918) che per lunghi anni fece testo in materia.
Guido Castelnuovo
Le persecuzioni razziali, scatenatesi quando era già a riposo, circondato da generale ammirazione e simpatia, non lo toccarono direttamente salvo la necessità di nascondersi per qualche mese. Dopo la liberazione di Roma nel 1944 fu nominato Commissario del CNR, di cui inizia il risanamento. Nei “vivaci” mesi di quel periodo viene però sospeso bruscamente dal suo incarico. Successivamente (1945) contribuì più efficacemente di tutti alla rinascita dell'Accademia dei Lincei (soppressa dal fascismo nel 1939) di cui fu il primo, autorevolissimo, presidente sino alla morte. Dal 1949 fu uno dei soli cinque Senatori a vita previsti dalla nuova Costituzione italiana.
L'Istituto matematico dell'Università di Roma è a lui intitolato. All'Accademia dei Lincei vi è un medaglione in suo ricordo.
Necrologio: "Accademia dei Lincei", fascicolo speciale del 1953 (G. Fano); Bollettino UMI, (3) 7 (1952), pp. 241-46 (L. Campedelli).
Opere: Memorie scelte (Bologna, Zanichelli, 1937).
Battaglini Giuseppe

Giuseppe Battaglini era nato a Napoli l'11 gennaio 1826; vi è morto il 29 aprile 1894.
Studiò alla Scuola degli Ingegneri di Napoli e privatamente, anche se fu sostanzialmente un autodidatta. Fu, per breve tempo (1850), "alunno" dell’Osservatorio astronomico di Capodimonte in Napoli, da cui si dimise per non firmare una "spontanea" domanda al Re Ferdinando II di abolire la Costituzione del '48. Dopo la caduta dei Borboni, alla fine del 1860, fu nominato da Garibaldi professore di Geometria superiore nella riordinata Università di Napoli. Nel 1871 fu chiamato all'Università di Roma, dove rimase 15 anni fungendovi anche da Rettore e da Preside di Facoltà e contemporaneamente insegnando anche all'Istituto Tecnico della città. Nel 1885, già malfermo in salute, ritornò all'Università di Napoli, da dove non si mosse più. Nel 1863 fondò a Napoli il prestigioso "Giornale di Matematiche", più noto come "Giornale di Battaglini".
Fu essenzialmente un geometra, che molto contribuì, con la sua opera personale e con l'incitamento ai più giovani, a togliere l'Italia dalle sue misere condizioni scientifiche. I suoi contributi personali riguardano principalmente la teoria delle forme e la geometria della retta, in cui uno speciale tipo di complesso di 2° grado porta ora il suo nome.
Fu membro fin dal 1873 dell'Accademia dei Lineei e di molte altre accademie.
Necrologio: "Memorie Lincei", (5) 1 (1894), pp. 558-610 (E. D'Ovidio); "Giornale di Matematiche (di Battaglini)", (2) 1 (1894), pp. 205-208 (A. Capelli) e (2) 14 (1907), pp. 229-274 (F. Amodeo).