Paul Lévy

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Paul Pierre Lévy, nato il 15 settembre 1886 a Parigi, è celebre per i suoi contributi alla Teoria della probabilità, di cui fu uno dei massimi esponenti del XX secolo.

Frequentò l'École Polytechnique ed ebbe fra i suoi insegnanti Émile Picard, Henri Poincaré e Jacques Hadamard. Pubblicò il suo primo articolo all'età di 19 anni, prima ancora di laurearsi. Ottenuta la laurea nel 1906, l'anno successivo svolse il servizio militare, per poi proseguire gli studi l'École des Mines di Parigi. Qui ottenne il dottorato nel 1911 sotto la supervisione di Vito Volterra e nel '13 e divenne professore.

Nel 1920 fu nominato professore di Analisi all'École Polytechnique; qui rimase fino al '59 e fra i suoi studenti vi furono Benoît Mandelbrot e Michel Loève. Nel 1964 fu eletto membro dell'Académie des Sciences.

Dopo essersi inizialmente dedicato all'Analisi funzionale e alla Teoria delle equazioni alle derivate parziali, verso la fine della prima guerra mondiale, Lévy aveva cominciato ad interessarsi alla Teoria della probabilità (dopo che il governo gli chiese di studiare la distribuzione degli errori di puntamento dell'artiglieria).

caricatura di Paul Lévy

 

Tra i principali contributi di Lévy alla Probabilità possiamo ricordare lo studio delle somme di variabili indipendenti: portano il suo nome il teorema del limite centrale di Lindeberg-Lévy ed il teorema di Lévy per variabili indipendenti (che afferma: se una serie di variabili indipendenti converge in probabilità, allora converge quasi certamente). A lui si deve anche l'introduzione della nozione di martingala, particolare tipo di variabile stocastica che caratterizza il moto browniano. Per queste ragioni Paul Lévy è considerato il padre della scuola francese di probabilità che, insieme alla scuola russa di Andrey Kolmogorov, ha dato i principali contributi a questa branca della Matematica.

Paul Lévy è morto a Parigi il 15 dicembre 1971.