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Bonolis Luisa
Svolge da molti anni ricerche sulla storia della Fisica del Novecento, con particolare attenzione a personaggi e vicende di quella italiana e alla storia della fisica dei raggi cosmici e degli acceleratori. Si dedica regolarmente alla raccolta di testimonianze orali, parte delle quali sono state raccolte in vari volumi. Dal 2013 lavora al Max Planck Institute for the History of Science di Berlino dove si occupa di storia dell'astrofisica e dell'astronomia.
Boscarino Giuseppe
E' stato, per circa trent'anni, docente di Storia e Filosofia nei licei. Si è dedicato agli studi di Storia e Filosofia della scienza. Ha collaborato con Salvatore Notarrigo con cui ha pubblicato il libro La meccanica quantistica: scienza o filosofia? (La scuola italica, 1997). Ha inoltre scritto e pubblicato tre libri Tradizioni di pensiero. La tradizione filosofica italica della scienza e della realtà, La natura della cosa. Verità scienza etica e progresso e Un mondo di sabbia. L'Arenario di Archimede e la tradizione filosofica italica della scienza (Altromondo editore, Padova, 2011). Ha pubblicato numerosi articoli in riviste internazionali. E' socio della Società italiana di Logica e Filosofia delle scienze, della Società italiana di storia della matematica e della Società italiana degli storici della Fisica e dell'Astronomia. E' stato direttore della rivista di Epistemologia e Filosofia della scienza Mondotre-La scuola italica. E' responsabile del sito web www.lascuolaitalica.it.
La bellezza nell'arte e nella scienza
Meusnier Norbert
L'autore è docente presso il Dipartimento di Matematica e Storia della Scienza dell’Università di Parigi (Paris VIII).
Genchi Gioacchino
Era nato a Castelbuono (Palermo) il 28 giugno 1926; vi è morto il 3 novembre 1991.
Si era laureato in Matematica a Palermo l’1 dicembre 1949 discutendo una tesi sulla Geometria non euclidea assegnatagli da C. Mineo. Dopo un breve periodo di assistentato (in Geodesia e Calcolo delle probabilità) era passato all’insegnamento medio, prima al Liceo di Alcamo e poi a quello di Cefalù (1957-91).
E’ autore di una interessante raccolta di Problemi geometrici risolti e discussi per via sintetica, 2 voll., Pisa, ETS, 1968.
Ciamberlini Corrado
Era nato a Cingoli (Macerata) l'1 maggio 1861; è morto a Fermo (Ascoli Piceno) il 2 novembre 1944.
Laureatosi a Roma nel 1884, fu allievo e assistente di Battaglini. Entrò poi nell'insegnamento medio in cui rimase sino al 1924, in ultimo al Liceo di Fermo. Autore di una collana di apprezzati testi per le scuole secondarie.
Necrologio: Bollettino UMI, (3) 2 (1947) p. 88 (P. Cattaneo); Bollettino Conti, (N.S.) 3 (1944), pp. 130-132 (R. Marcolongo).
Tardy Placido
Placido Tardy era nato a Messina, da famiglia d'origine francese, il 23 ottobre 1816; è morto a Firenze, quasi centenario, il 2 novembre 1914.
Dopo aver studiato a Milano e a Parigi, nel 1841 fu nominato professore all'Università di Messina ma, nel 1847, per ragioni politiche si rifugiò a Firenze. Nel 1851 fu nominato professore di Geometria analitica e Calcolo infinitesimale alla Scuola di Marina di Genova da dove, nel 1859, passò all'Università. La sua casa genovese viene ricordata nella storia della Matematica italiana perché, durante le feste pasquali del 1858, ospitò Francesco Brioschi e Enrico Betti: l'incontro doveva servire per organizzare quel viaggio in europa che segna tradizionalmente la nascita della Matematica italiana unitaria (e che effettivamente Betti e Brioschi compirono nel successivo autunno, in compagnia del giovane Felice Casorati). Nel 1881 chiese il collocamento a riposo «per ragioni di salute» e se ne tornò a Firenze, ove rimase sino alla morte, dimenticato da molti. La sua produzione scientifica riguarda principalmente l'Analisi e in modo particolare la derivazione d'ordine frazionario. Continuò ad interessarsi di Matematica fino a tardissima età.
Fu rettore dell'Università di Genova e socio dell'Accademia dei Lincei.
Necrologio: “Rend. Lincei”, (5) 241 (1915), pp. 505-531 (G Loria).
Gambioli Dionisio
Era nato a Pergola (Pesaro) l'11 settembre 1858; è morto a Roma il 4 novembre 1941.
Insegnò in varie scuole medie e, da ultimo, all'Istituto tecnico di Roma. Pubblicò qualche lavoro di Algebra. Tradusse in italiano la storia delle matematiche moderne di Rouse-Ball, aggiungendovi un'ampia appendice (159 pp.) con notizie su molti matematici italiani. Tradusse anche altre opere, per esempio i Principi della Meccanica di Mach.
Collaborò con V. Volterra e G. Loria nella pubblicazione delle opere di Fagnano. E’ anche autore di un "Breve sommario di storia delle matematiche" (seconda ed., Palermo 1929).
del Ferro Scipione
Scipione del Ferro, nato a Bologna il 6 febbraio 1465, viene detto lo scopritore del metodo risolutivo per le equazioni di terzo grado considerate nella forma x3+px=q.
Lettore nello Studium di Bologna dal 1496, scoprì nel 1505 il metodo per ottenere le soluzioni di queste equazioni ma lo tenne nascosto. Così, sfruttando la segretezza della formula, stupiva pubblico e colleghi nelle sfide matematiche che si tenevano in quel periodo sotto il portico della Chiesa di Santa Maria dei Servi a Bologna. Grazie a queste sfide, aumentò il suo prestigio e iniziò a godere della protezione dei nobili del tempo.
Prima della morte, avvenuta a Bologna il 5 novembre 1526, rivelò la formula ad un suo studente, Antonio Maria Fior. Da questo momento inizia un'avvincente storia che coinvolgerà i più importanti matematici del tempo. Venuto a sapere dell'esistenza di una soluzione, Nicolò Tartaglia fu stimolato a ricavarla da sé e nel 1541 venne in possesso del metodo generale. Organizzò allora una gara matematica con Fior che lo vide vincitore.
In seguito alla sfida Gerolamo Cardano invitò Tartaglia e, con la promessa di fargli incontrare un mecenate, si fece comunicare la soluzione (sia pure in un’oscura forma poetica) con l’impegno di mantenerla segreta. Questo avveniva nel 1539. Nonostante l’impegno preso, Cardano pubblicò la sua versione del metodo di Tartaglia nell'opera "Ars Magna". Tartaglia protestò per il mancato mantenimento della promessa e nacque una forte controversia soprattutto con Lodovico Ferrari, allievo di Cardano.