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Codazza Giovanni

Giovanni Codazza era nato a Milano il 15 maggio 1816; è morto a Como l'1 settembre 1877.
Laureatosi in Ingegneria a Pavia nel 1837, fu dapprima insegnante di scuole medie. Nel 1842 fu nominato professore di Geometria descrittiva all'Università di Pavia, di cui fu anche rettore nel 1857-'58, mentre nel 1862-'63 fu sindaco della città. Nel 1863 passò al Politecnico di Milano alla cattedra di Fisica tecnologica e nel 1867 a quello di Torino per Fisica industriale.
Lasciò una quarantina di pubblicazioni, prevalentemente di Fisica. Fu socio dell'Accademia dei Lincei e dell'Istituto Lombardo.
Necrologio: Trans. Lincei, (3) 2 (1877-78), pp. 22-24 (Q. Sella).
Cibrario Cinquini Maria
Maria Cibrario Cinquini era nata a Genova il 6 settembre 1906; è morta a Pavia il 16 maggio 1992.
Si era laureata a Torino nel 1927 sotto la direzione di Guido Fubini e già nel 1932 aveva conseguita la libera docenza in Analisi. Aveva iniziato la carriera universitaria a Torino nel 1928 come assistente di Peano e dopo la sua scomparsa (1932) fu assistente di Tricomi. Dopo il matrimonio con Silvio Cinquini, nel 1939 si era trasferita nell'Università di Pavia come assistente e professore incaricato. Nel 1947 vinse il concorso a professore ordinario di Analisi e, dopo un quadriennio trascorso prima a Cagliari e poi a Modena, fu richiamata a Pavia nel 1950 e vi rimase fino al collocamento a riposo (1980).
Maria Cibrario Cinquini
La sua attività scientifica, attestata da un centinaio di pubblicazioni, è dedicata in massima parte alle equazioni a derivate parziali ma tocca anche altre varie questioni dell'Analisi: trasformata di Laplace, numeri e polinomi di Bernoulli, problemi di minimo, rapporti tra serie di polinomi sferici generalizzati e serie trigonometriche riguardanti funzioni ipergeometriche di Gauss. Si è occupata anche di questioni geometriche sulle congruenze di rette iperspaziali e sulla estensione dei metodi della Geometria descrittiva dallo spazio ordinario a quello a quattro dimensioni per rappresentare le rigate e certe varietà di piani.
Nel 1981 aveva ricevuto la nomina a professore emerito di Analisi matematica. Fu socio dell'Accademia dei Lincei e di altre Accademie locali.
Necrologio: Bollettino UMI, (7) 8-A (1994), pp. 295-307 (M.G. Cazzani Nieri).
Segre Corrado

Corrado Segre era nato a Saluzzo (Cuneo) il 20 agosto 1863; è morto a Torino il 18 maggio 1924.
Si laureò in Matematica nel 1883 nell'Università di Torino, in cui si svolse l'intera sua carriera, prima (1883-'88) come assistente di Enrico D'Ovidio e Francesco Faà di Bruno, poi, a partire dal 1888, come professore di Geometria superiore.
“L'opera di Corrado Segre, come scienziato e come Maestro, è parte viva e integrante di quel rigoglioso sviluppo delle discipline geometriche, che si è affermato in 1talia, dalla metà del secolo scorso in poi, con un poderoso “crescendo”, e sorpassando di gran lunga, in taluni campi, i contributi di ogni altro paese” (G. Fano).
L'opera personale di Segre si è esplicata principalmente nella Geometria proiettiva degli iperspazi e nella prima fase della Geometria algebrica (quella sulle curve), nonchè nei primi sviluppi della Geometria proiettivo-differenziale. Tuttavia, per quanto importanti siano stati i suoi personali contributi a queste teorie, ancora più notevole fu la sua diuturna, impareggiabile opera di Maestro che, per oltre un trentennio, si estese ben oltre Torino e gli assicurò un'universalmente riconosciuta posizione di capo-scuola della Geometria italiana, i cui maggiori cultori, anche del periodo successivo (Castelnuovo, Enriques, Severi, ...), furono tutti, direttamente o indirettamente, suoi allievi.
Corrado Segre
Il nome di Segre resta legato all'invariante (birazionale) di Zeuthen-Segre delle superfici algebriche e alle tangenti e linee di Segre nella Geometria proiettivo-differenziale delle superfici. Lasciò un centinaio di pubblicazioni e una trentina di quaderni manoscritti, che rispecchiano i corsi svolti sia all'Università sia alla Scuola di Magistero. Fu socio dell'Accademia dei Lincei, di quella di Torino e di molte altre italiane e straniere; nel 1898 divise col Volterra il premio reale dei Lincei.
Nel 1928 la Facoltà di scienze di Torino appose, su una parete del palazzo universitario di via Po, un ricordo marmoreo di Segre (lapide con medaglione) che andò distrutto nei bombardamenti aerei del 1943. Una via di Torino porta il suo nome.
Necrologio: “Rend. Lincei”, (5) 3311 (1924), pp. 353-359 (G. Castelnuovo); “Boll. UMI”, 6 (1927), pp. 276-289 (H. F. Baker); ecc.
Burgatti Pietro

Pietro Burgatti era nato a Cento (Ferrara) il 27 febbraio 1868; è morto a Bologna il 20 maggio 1938.
Laureatosi nel 1893 all'Università di Roma, vi rimase parecchi anni come assistente e libero docente di Analisi infinitesimale e di Meccanica, finché nel 1908, in seguito a concorso, fu nominato professore di Meccanica razionale all'Università di Messina da dove, nello stesso anno, passò a quella di Bologna.
Pietro Burgatti
Ha lasciato un centinaio di pubblicazioni, prevalentemente di Meccanica e di Fisica matematica, ma anche alcune di Analisi e di Astronomia. S'interessò pure molto del calcolo vettoriale, collaborando con Cesare Burali-Forti e Roberto Marcolongo alla loro "Analyse vectorielle" ma con minore fanatismo di altri vettorialisti. Ottimo insegnante, scrisse un valido e noto trattato di Meccanica razionale.
Fu socio dell'Accademia di Bologna, dell'Accademia dei Lincei e vice-presidente dell'UMI.
Necrologio: "Bollettino UMI", 17 (1938), pp. 145-156 (D. Graffi).
Menabrea Federigo

Federigo Luigi Menabrea, marchesese di Valdora, era nato a Chambery (Savoia) il 4 settembre 1809; è morto a St Cassin il 25 maggio 1896.
Federigo Menabrea
Come ricercatore, fu un precursore dell'introduzione di concetti energetici nella meccanica dei continui. Oggi, il suo nome viene soprattutto ricordato in connessione con il teorema sul minimo del lavoro elastico di deformazione, la cui importanza tecnica fu posta in luce più tardi da Castigliano. Ebbe una lunga disputa con Felice Chiò, a proposito di un errore di Lagrange (ma era Chiò ad avere ragione).
Era socio dell'Accademia dei Lincei e dell'Accademia delle Scienze di Torino. Nel 1859 ricevette il Collare dell'Annunziata e nel 1861 il titolo ereditario di Conte.
Necrologio: Suppl. ai Rend. Circ. Mat. Palermo, 5 (1910), pp. 21-24; Atti Accad. Sci. Torino, 31 (1895-96), pp. 851-52.
Lugli Aurelio

Aurelio Lugli era nato a Modena il 6 dicembre 1853; è morto a Roma il 27 maggio 1896.
Si laureò a Pisa nel 1876, allievo della "Normale". Entrò poco dopo nelle scuole medie insegnando, per ultimo, all'Istituto tecnico di Roma. Nel contempo, lavorò come assistente presso l'Ufficio Centrale di Meteorologia, quale addetto alle previsioni del tempo. Continuò, dopo G. Besso, la tradizione del "Periodico di Matematiche".
E’ autore di una ventina di lavori di Matematica elementare e di Meteorologia e viene anche ricordato per la sua partecipazione alla fase progettuale di fondazione della "Mathesis".
Necrologio: Period. di mat., 11 (1896), pp.77-80 (E. Millosevich).
Miranda Carlo
Carlo Miranda era nato a Napoli il 15 agosto 1912; vi è morto il 28 maggio 1982.
Si era iscritto a Matematica a soli 15 anni e si laureò (con lode e pubblicazione della tesi) il 17 luglio 1931 discutendo una tesi diretta da Mauro Picone (sulla corrispondenza intercorsa poi tra Carlo Miranda e Mauro Picone segnaliamo il n. 25-26 di "PRISTEM/Storia" Carlo Miranda. Il dialogo epistolare con il suo maestro Mauro Picone), di cui fu uno dei primi allievi assieme a Renato Caccioppoli, Gianfranco Cimmino e Giuseppe Scorza Dragoni.
La sua carriera fu rapida e brillante. Assistente di Picone (prima a Napoli e subito dopo a Roma), conseguì la libera docenza in Analisi nel 1933 e, dopo un biennio di studi a Parigi vinse la cattedra universitaria. Dal 1937 insegnò prima a Genova e poi a Torino, dove diventò ordinario nel 1941. Nel 1943 si trasferì nella sua Napoli ma vi trovò una situazione catastrofica: al trasferimento a Roma di Picone (1932), di Scorza (1934) e di Signorini (1938), si erano aggiunti i pensionamenti di Del Pezzo (1933), di Marcolongo e di Pascal (1935) con il risultato che i soli professori rimasti erano Caccioppoli e l'astronomo Vittorio Nobile (in una situazione aggravata dalla inagibilità delle strutture universitarie). Miranda, con l'aiuto di Caccioppoli, fu l'autore della rinascita dell'Istituto matematico napoletano. Al rinnovamento organizzativo seguì quello scientifico, con il rilancio del “Giornale di Battaglini”, la creazione della nuova rivista “Ricerche di Matematica” e soprattutto l'avviamento alla ricerca di un nutrito gruppo di giovani tra i quali Federico Cafiero, Carlo Ciliberto, Guido Stampacchia e Francesco Stoppelli.
Carlo Miranda
Già a partire dalla tesi assegnatagli da Picone, i suoi interessi furono decisamente orientati verso la teoria delle equazioni integrali, degli sviluppi in serie e delle loro applicazioni. Tale orientamento, che caratterizza la produzione del decennio dal 1931 al 1941, lo portò “naturalmente” anche verso un approfondimento delle funzioni armoniche e della teoria del potenziale in cui divenne uno dei più profondi e raffinati cultori. Tuttavia è già delineata anche una spiccata tendenza verso l'Analisi funzionale e le sue applicazioni al Calcolo delle variazioni, ai problemi della Fisica matematica ed a quelli della Geometria differenziale in grande.
Miranda fu preside della Facoltà di Scienze di Napoli dal 1956 al 1968, vicepresidente dell'UMI dal 1958 al 1964 e membro del Comitato nazionale per le Scienze matematiche del CNR dal 1964 al 1968. Membro delle più importanti Accademie italiane, vinse il premio Urania del Comune di Napoli nel 1954, nel 1960 la Medaglia d'oro dei benemeriti della Scienza della Cultura e dell'Arte e nel 1961 il prestigioso Premio del Presidente della Repubblica dell'Accademia Nazionale dei Lincei.
Necrologio: Bollettino UMI, (6) vol. IV-A (1985), n. 1, pp. 137-153 (A. Avantaggiati).
Ciclo di conferenze “Matematica e …” a Urbino 2010/2011
Cimmino Gianfranco

Gianfranco Cimmino era nato a Napoli, figlio dell'orientalista Francesco, il 12 marzo 1908; è morto a Bologna il 30 maggio 1989.
Laureatosi a Napoli giovanissimo a soli 19 anni, già nel 1928 era assistente alla cattedra di Geometria analitica. Nel 1931 conseguì la libera docenza in Analisi e subito dopo fu professore incaricato di Analisi Superiore e poi di Geometria analitica. Nel 1939 risultò vincitore della cattedra di Analisi presso l'Università di Cagliari, ma in quella città restò solo un anno prima di passare sull'analoga cattedra dell'Università di Bologna. Qui (e nella vicina Modena) tenne anche, per incarico, corsi di Analisi superiore, Teoria delle funzioni e Topologia. Dal 1965 al '72 fu preside della Facoltà di Scienze dell'Ateneo bolognese; dal 1978 al 1982 diresse l'Istituto Nazionale di Alta Matematica (di cui era stato commissario straordinario dal 1973 al '77).
Gianfranco Cimmino
L'attività scientifica di Cimmino si è rivolta principalmente alla trattazione, con metodi di Analisi funzionale, di questioni riguardanti le equazioni alle derivate parziali di tipo ellittico e parabolico e ha riguardato anche le equazioni differenziali ordinarie di ordine superiore, le equazioni integrali, il calcolo delle variazioni, le rappresentazioni quasiconformi, il calcolo numerico. Con Renato Caccioppoli, Giuseppe Scorza Dragoni e Carlo Miranda, Cimmino ha costituito il primo nucleo della scuola di Analisi di Mauro Picone.
Medaglia d'oro dei Benemeriti della Scuola nel 1965, ebbe il Premio Gualtiero Sacchetti e la nomina a Commendatore dell'ordine al merito della Repubblica italiana. Fu socio dell'Accademia dei Lincei e di numerose Accademie locali.
Necrologio: a cura di Bruno Pini in A.Vanni & P Negrini, Il Dipartimento di Matematica 1990-91, Editrice CLUEB, Bologna,1991, pp. 105-111( riprodotto anche in Opere scelte, Giannini ed., Napoli, 2002).
Siacci Francesco

Francesco Siacci era nato a Roma il 20 aprile 1839; è morto a Napoli il 31 maggio 1907.
Laureatosi in Matematica a Roma nel 1860, fu qui segretario del Principe Baldassare Boncompagni. Nel '61 entrò come allievo nella Scuola d'Applicazione d'Artiglieria e Genio di Torino e, uscitone ufficiale d'Artiglieria, dopo aver partecipato alla terza guerra d'indipendenza del 1866, vi viene comandato come professore aggiunto di Balistica (passando poi titolare nel 1872). Nel contempo Siacci insegnò Meccanica superiore all'Università di Torino divenendovi ordinario nel 1889. Nel 1892, dopo essere stato nominato Senatore del Regno ed avere abbandonato da colonnello il servizio militare attivo, accettò l’incarico dell'Università di Napoli per Meccanica razionale, rimanendovi sino alla morte.
Francesco Siacci
Lasciò un centinaio di pubblicazioni, fra cui alcune notevoli di Meccanica analitica, soprattutto sul moto di un corpo rigido intorno ad un punto fisso. Siacci fu però anzitutto uno dei più grandi balistici del suo tempo, autore di un celebre metodo (universalmente adottato per molti decenni) per il calcolo delle tavole di tiro, in cui sono armonicamente fuse importanti esigenze teoriche (rinuncia ad una espressione a priori della legge di resistenza dell'aria, che deve invece venir determinata sperimentalmente) con le esigenze pratiche derivanti dal fatto che, di tale metodo, non dovevano servirsi degli scienziati di mestiere, bensì degli artiglieri.
Fu socio dell'Accademia dei Lincei e di quelle di Torino e di Napoli; fu deputato al Parlamento e Senatore del Regno. Divenne generale di Artiglieria nella riserva.
Necrologio: Ann. Univ. di Napoli pel 1907-08, 10 pp. (R. Marcolongo); “Giorn. Artigl. e Genio”, 24 (1907), pp. 335-337 (Giul. Ricci); ecc.