La breve e calda (non foss'altro perché siamo in estate) campagna elettorale è appena iniziata, ma è evidente come si stiano creando due blocchi contrapposti che si sfideranno per il governo del Paese. Un passo inevitabile sarà la cosiddetta "corsa al centro" dei candidati che non è affatto una semplice consuetudine elettorale, ma è proprio un teorema che la matematica ci spiega.
Parlare di pace è sempre critico. Da un lato c'è una certa ambiguità della parola pace, parola spesso abusata. Già se ne era accorto, nel primo secolo, Tacito che nel capitolo 30 dell'Agricola mette in bocca a un capo dei britanni, Calgaco, queste parole con riferimento ai romani: “infine, dove fanno il deserto, dicono che è la pace".
Il 5 e 6 maggio scorsi si è tenuto alla Maison Française d’Oxford il convegno dal titolo "The Past, Present, and Future of Nuclear Power in Great Britain". Intervistiamo il professor Giovanni Paoloni, docente all'Università "La Sapienza" di Roma e studioso delle vicende storiche della ricerca scientifica italiana, che ha partecipato ai lavori del convegno.
Le notizie sul grave incidente nucleare alle centrali di Fukushima sono arrivate inattese e violente. Esse ci insegnano che noi non conosciamo ancora a sufficienza la nostra Terra ed i metodi migliori per soddisfare le nostre esigenze. Riassumo brevemente le fonti di energia necessarie per il nostro progresso civile.
Un amico mi mostra un articolo on line: la prestigiosa rivista straniera Nature parla dell'Italia nell'editoriale del 10 marzo. Sarà uno dei consueti successi dei nostri ricercatori, tanto bistrattati quanto immancabilmente capaci dei migliori risultati? O si tratta forse di un progetto, una ricerca, che ha destato l'interesse oltre oceano?
E' stato presentato a Roma, all'Accademia dei Lincei, nei giorni scorsi (il 29 gennaio). Per l'occasione erano presenti i ministri Fabio Mussi e Emma Bonino, il Commissario europeo per la scienza e la ricerca, Janez Potocnick, il premio Nobel Rita Levi Montalcini. Il "Settimo Programma Quadro" della Comunità Europea per le attività di ricerca e sviluppo tecnologico (2007-2013) prevede 53 miliardi di Euro da investire,nella ricerca, fino al 2013. Un'occasione storica per l'Unione Europea. Una grande opportunità per il nostro Paese - ha dichiarato il Ministro Fabio Mussi - che potrebbe far arrivare finanziamenti per 7-8 miliardi di Euro nei prossimi sette anni a patto però che l'Italia sia in grado di cogliere questa.occasione. A Roma, all'Accademia dei Lincei, è intervenuta anche l'europarlamentare Pia Elda Locatelli, che ha avuto un ruolo particolarmente importante nello "stendere" le linee-guida del Programma. Riportiamo qui il suo intervento.
Di recente in Italia l’uso del termine “genere” si è allargato dagli studi specialistici alla conversazione comune, agli articoli sui giornali e ai siti Internet.Eppure, non solo in Italia, ma anche nei paesi di lingua inglese dove la parola è stata introdotta nel significato che qui ci interessa, gli equivoci sono all’ordine del giorno e frequente è la confusione, per esempio, tra genere e sesso.
La storia delle donne nella cultura e nella vita civile è stata una storia di emarginazione fino alla fine dell'Ottocento e in gran parte ancora fino alla metà del Novecento, almeno nei paesi industrializzati. In molti paesi in via di sviluppo, salvo rare eccezioni, le donne sono ben lontane non solo dall'aver raggiunto la parità con l'altro sesso, ma anche dal vedere loro riconosciuti i più elementari diritti di esseri umani. Quali possono essere le cause di questa situazione che risale indietro nei secoli?
In un'era in cui tutto si basa sull'informazione avere l'accesso alle nuove tecnologie di comunicazione è una questione di sopravvivenza. Si parla di comunità globali e virtuali, si accenna all'idea di un mondo reso piccolo dalle reti informatiche ma a volte sembra tutto un'illusione futurista.