Pubblichiamo l'articolo di Carlo Veronesi sul rapporto tra Albert Einstein e Karl Popper a partire da un loro carteggio, ripercorrendo le loro vicende scolastiche, le loro idee sull'istruzione e sul ruolo della filosofia nella scienza.
Qual è il rapporto tra Matematica e Fisica? Si può dare una descrizione Fisica coerente senza per forza ricorrere all'uso del formalismo matematico? In questo contributo Carlo Veronesi indaga le diversi correnti di pensiero analizzando anche i più celebri testi di divulgazione scientifica.
Incrollabile sostenitore della categoria filosofica del realismo (una delle principali chiavi di lettura del suo percorso filosofico negli ultimi 50 anni), Hilary Putnam continua ad esercitare tutta la sua autorevolezza nel dibattito sulla fine del post-moderno. Sulla sua figura e il suo pensiero come logico e filosofo, ospitiamo un saggio di Giovanni Macchia dell’Università di Urbino. L’occasione è fornita dalla cerimonia con cui il 2 ottobre, a Stoccolma, Hilary Putnam riceverà il prestigioso Rolf Schock Prize, considerato l’equivalente del Premio Nobel per gli studiosi in Logica e Filosofia.
Secondo Popper la scienza si distingue dalle altre forme di sapere in quanto conoscenza falsificabile. Questa idea, anche se contraria ad un’opinione corrente che vede nella scienza un modello di conoscenza indiscutibile, è tuttavia dotata di una sua forza persuasiva ed è quasi diventata, almeno per le persone culturalmente informate, un nuovo senso comune.
Parlando delle schede di valutazione che ormai in tutti gli Atenei (forse presto anche nelle scuole medie superiori) gli studenti sono invitati a compilare per giudicare i docenti, ho letto in aula un passo di Galileo...
Vailati non ha mai espresso un aperto consenso verso il latino sine flexione di Peano. Ha recensito in termini oggettivi il libro di Couturat e Leau sull'Histoire de la langue universelle e in alcune lettere ha manifestato curiosità e interesse verso la lingua internazionale; ma nulla di più. D'altra parte egli ritiene che il contributo fornito dalla logico matematica sia essenziale anche alla filosofia, perché permette di porre in termini nuovi il fondamentale problema della conoscenza.
È singolare che Peano e Vailati, alla fine della loro atività intellettuale, abbiano affrontato, l’uno, il problema dell’algebra della logica, l’altro quello della grammatica dell’algebra; due testi che appaiono simmetricamente divergenti. La quinta e ultima edizione del Formulario (1908), già annunciata come imminente da Vailati, ebbe invece una lunga gestazione, per le difficoltà incontrate nella costruzione di simboli capaci di rappresentare, oltre le idee di logica, anche i più importanti capitoli della matematica.
Negli otto anni intercorsi fra il primo e il secondo saggio di Vailati su Peano, entrambi ebbero due percorsi diversi: il primo, abbandonata la produzione strettamente matematica (salvo l'argomento della definizione in matematica, e pour cause) si  è dedicato interamente allo studio e alla diffusione del latino sine flexione, poi interlingua fino alla fine della sua vita; il secondo, si è impegnato soprattutto nella formulazione e nella difesa del pragmatismo.